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2 dicembre 2012

Il DENARO al tempo della Fine del Mondo (End of the World Economy - Cap. 12)

[Segue da Cap. 11]
Nel Capitolo precedente abbiamo capito che tutte le monete circolanti nelle economie mondiali, durante e dopo uno qualsiasi degli sfortunati eventi catastrofici che ci aspettano, cesseranno di essere utilizzate poiché incapaci di assolvere alle 3 funzioni che il soggetto economico si aspetterebbe da esse.
E abbiamo visto che l'uomo, come è sempre stato nella sua storia economica, cercherà oggetti capaci, in tutto o in parte, di assolvere agli scopi della moneta.
Proviamo ora a capire quale sarà il DENARO al tempo della Fine del Mondo, cosicché possiate farvi scorte sufficienti di "contante", da utilizzare per la vostra sopravvivenza.

Innanzitutto, ricordiamoci che il denaro servirà in larghissima parte a soddisfare i bisogni ai primi due gradini della piramide di Maslow. Volendo schematizzare brutalmente, con il denaro cercheremo di procurarci solo viveri e sicurezza. Ciò significa che proprio in queste due esigenze si cela la merce che potrebbe divenire unità di conto, strumento di pagamento e riserva di valore.

Se pensiamo ad uno scenario con falde acquifere irrimediabilmente inquinate e difficoltà di approvvigionamento di acqua potabile, le bottiglie sigillate di acqua (risalenti alla produzione industriale ante-apocalisse) potrebbero diventare uno standard per gli scambi, poiché tutti ne avrebbero bisogno e tutti, se ne avessero oltre il necessario, potrebbero scambiarle con altro.
Soprattutto il cibo, poi, potrebbe diventare un valido denaro. Per essere "contante", però, non deve essere facilmente deperibile. Ecco quindi che scatolette di tonno, legumi e zuppe precotte si affermeranno come sostituti della moneta.
Cibo in scatola, di piccole dimensioni, già cotto e molto proteico: questo l'identikit del futuro denaro contante.

Anche nell'ambito della sicurezza si nascondono validi sostituti della moneta.
In un contesto di paura e diffidenza reciproca, i proiettili dei calibri più diffusi potrebbero diventare strumenti di pagamento del cibo. Il mercato vedrebbe in loro un valore legato, più che all'uso in prima persona, al fatto che altri soggetti economici li accetterebbero in una transizione, in quanto forieri intrinsecamente di una promessa di sicurezza.
Da noi, forse, non si affermerebbero così facilmente, perché le armi non sono in ogni casa, ma in America senz'altro.

E nei bisogni di sicurezza rientrano anche tutta una serie di prodotti che la società industriale, ormai distrutta, non potrà più creare: benzina, pile elettriche, medicinali.

Ogni bene necessario alla sopravvivenza, non riproducibile e non abbondante, è un candidato potenziale alla sostituzione della moneta. E non escludo che ci saranno luoghi che svilupperanno un tasso di liquidità per alcuni beni e non per altri, mentre magari a pochi chilometri sarà l'opposto. Tutto dipende da fattori legati alla scarsità della risorsa, che è un fattore "di garanzia" del valore intrinseco della merce usata come denaro. Siamo tornati al sistema aureo...

Ma c'è un altro tipo di denaro, che ha qualcosa di subdolo. Non è essenziale per nessuno, ma è importante per qualcuno. Eppure lo useremo tutti.
[Continua ...]