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26 aprile 2022

Retrospettiva professionale. 40 anni dopo.

Mi sono sempre piaciuti i computer, fin dai 6 anni; li usavo quasi sempre solo per scrivere. Cosa che avrei potuto fare a mano, su carta. Ma l’idea di salvare gli scritti su un floppy disk mi dava l’impressione di consegnare quelle righe al futuro, ai posteri.

Quello che mi piaceva quindi era la comunicazione, più che i computer, e ci ho messo un po’ a capirlo.

Quando ho iniziato a lavorare in un’Agenzia di Comunicazione, mi è stato affidato il neonato reparto Web Marketing. Era il 2009, Google era il nuovo Microsoft e Facebook si apprestava ad essere il prossimo Google.


Tutto quello che nasceva in quegli anni è diventato lo standard per un nuovo tipo di comunicazione, fatta con precisione, sfruttando i dati, con metodo scientifico. Ma ho sempre unito della “poesia” alle strategie di Web Marketing, perché alla fine il messaggio diffuso deve fare presa sulle persone. E le persone amano la poesia, amano le storie, amano le relazioni.

Tutto ciò è stato poi codificato in regole precise di Comunicazione e Marketing, si iniziò a parlare di “storytelling”, di “purpose”, il Cluetrain Manifesto diventò una moda, insomma, il mercato della comunicazione riuscì a svilire quel poco di magia che avevamo riscoperto nel fare il nostro lavoro.

Le Web Agency stavano diventando delle fabbriche e quanti ci lavoravano erano i nuovi operai sfruttati per fare profitti. Si lavorava sulla quantità e la qualità non era più perseguibile. Perché per fare della poesia a volte hai bisogno di stare in silenzio davanti ad un foglio bianco. Ma se quel foglio è un file Word, vieni bersagliato da decine di notifiche sul desktop, e-mail, alert dalle campagne Facebook e Google, messaggi nella chat aziendale…

Nel 2012 quindi mi licenzio e fondo il Network di consulenza GESTA, con un’idea molto semplice: volevo aiutare le aziende e le persone, attraverso le strategie di Marketing e Comunicazione, a realizzarsi. A trovare il loro posto nel mercato. Che al tempo pensavo significasse trovare il proprio posto nel mondo.
Il payoff scelto per descrivere il mio approccio era cloud consulting, perché mi immaginavo dei professionisti sempre disponibili per ogni esigenza del progetto e del cliente: una “presenza a distanza”. I consulenti GESTA erano quindi in grado di seguire il cliente in ogni parte del mondo, con le nuove tecnologie e un set di strumenti digitali che appunto risiedevano nell’allora nascente “cloud”.
Con i recenti scenari pandemici questo modo di lavorare è diventato comune a molte realtà aziendali, ma dieci anni fa non era scontato.
Il cloud consulting rimane comunque tutt’oggi più una forma mentis che una modalità di lavoro: significa esserci per il cliente, quando ne ha bisogno, sempre.

È una scelta difficile da fare per i freelance del 2022, che spesso decidono di esercitare la libera professione per “sentirsi liberi”, avere i propri spazi e decidere della propria vita senza ingerenze esterne. Quindi figurarsi se rispondono al telefono quando il cliente chiama la sera e nel weekend, o se ti chiede qualcosa in più di quanto scritto sull’incarico di progetto.

Io invece ho capito che la vera libertà nasce dalla consapevolezza interiore, dal capire e accettare la propria “mission”. Nel mio caso questa consapevolezza mi ha portato ad abbracciare totalmente gli obiettivi dei miei clienti. Ovviamente i clienti me li scelgo e dico molti No, quando non sono disposto a dedicarmi al 100% ai loro progetti. Ma una volta “sposato” il progetto, ci sono sempre e chiedo la stessa dedizione ai miei collaboratori.

Dal lontano 2012 ad oggi ho fatto molte e interessanti esperienze di lavoro, in diverse aziende e diversi settori, acquisendo non solo competenze tecniche ma anche più consapevolezza su quale sia la mia missione: aiutare gli altri (e i brand), con le mie competenze, non solo a “comunicare chi sono”, ma soprattutto a scoprire (o progettare) chi sono.
Si parte da un obiettivo di fatturato e si arriva ad un obiettivo esistenziale. Mica poco. E non per tutti.

Nel 2020 decido quindi di dedicarmi esclusivamente allo sviluppo del Network e alla formazione di nuovi consulenti, nonché alla formalizzazione del Metodo GESTA, basato sui livelli logici di Robert Dilts, per la progettazione delle Strategie Marketing.

Il Network oggi aggrega oltre 30 professionisti senior che vogliono lavorare con qualità e che si concentrano sulle esigenze del cliente con dedizione assoluta. La nostra promessa è che siamo “Business Partner”, ovvero siamo ingaggiati e fortemente motivati a conseguire il nostro successo attraverso il successo del nostro cliente. Generalmente non accettiamo il lavoro se non siamo ragionevolmente sicuri di poter portare un valore concreto al cliente, preferibilmente in termini di aumento dell’EBITDA.

Oggi sono dove volevo essere a livello professionale e provo gratitudine per questo.
Ma quando penso a quegli scritti infantili persi per sempre, perché affidati a dei floppy disk (che con grande sforzo tecnologico ho provato ad aprire decenni dopo, senza successo), dico a me stesso: tutto è cambiamento e sicuramente GESTA di domani sarà qualcosa di diverso da quello che è oggi.

E, infine, a quarant’anni, ho capito che a volte è meglio poco inchiostro su carta che migliaia di gigabyte nel cloud.

Luca Martino

 

 

30 gennaio 2022

Linee e colori (e cosa sa c'è dietro quello che non vediamo)

Oggi ci sarebbe da parlare di politica, della recente rielezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di come Matteo Renzi abbia giocato magistralmente, facendo naufragare i tentativi di Salvini di proporre un candidato, di come sia finito nella rete dell'abile stratega anche Conte, di come si siano create spaccature insanibili nella Destra e fra i 5 Stelle nel vano tentativo di intestarsi il merito di aver individuato il nome giusto per il nuovo Presidente.

Invece oggi si parla di tutt'altro, ovvero del mio primo test sugli NFT (Non-Fungible Token). Questa che segue è "l'opera"😄, fatta il 24.01.2021 per testare la sensibilità dalla mia Workstation Lenovo con schermo tattile, utilizzando la pressione incremenetale della digital pen. Il disegno è stato reso unico con la tecnologia della blockchain ed è su OpenSea.


Il nome del disegno è un banalissimo "Linee e Colori", anche se ambisce a rivelare un significato non banale: dietro le trame intricate e i colori in contrasto, si cela armonia ed equlibrio.

Quegli stessi che l'Italia ha ritrovato a fatica, chissà per quanto.