Mi tocca dirlo, perché gli scenari che si stanno aprendo sono più preoccupanti di quelli che potevamo correre con Paolo Savona al Ministero dell'Economia.
Mi tocca dirlo perché ci sono alcune scomode verità espresse dall'illustre economista che io condivido e condivido pienamente... (basta leggere gli ultimi post su Liquidità Distribuita, Germania, Europa, etc.)
Il problema non è Savona, ma un Governo a guida Movimento 5 Stelle e Lega, di cui Savona poteva essere l'esponente più illuminato. Ma non avrebbe potuto fare molto, con le spinte populiste che muovono questo "combinato disposto M5S-Lega".
Per dirla con le recenti parole di Padoan: «Il dibattito vero non ha che fare con la figura di Savona, ma con la politica economica strategica fondamentale quale combinato disposto del contratto di programma (M5S e Lega), chiaramente insostenibile sulla politica di bilancio [...]»
Un M5S ancora teleguidato dal comico genovese (e ovviamente da un'azienda privata come la Casaleggio Associati), una Lega che parla di "sovranità" e confini come se avessimo un Impero da difendere, e il comune denominatore che entrambi sanno parlare alla pancia del popolo ma non a quella degli investitori (i quali, ci piaccia o no, sono quelli che ci prestano i soldi per andare avanti).
Savona in un governo PD non mi avrebbe preoccupato, anzi, sarebbe stato in grado di portare avanti proposte intelligenti e magari aprire una nuova fase riformista dell'Europa. Ma il teatrino messo in piedi da Movimento 5 Stelle e Lega in questi giorni ha dimostrato al mondo (investitori in primis) che l'equilibrio internazionale, l'armonizzazione degli interessi, la ricerca della "soluzione democratica", fino al rispetto delle istituzioni, non fanno parte del loro modus operandi.
Se M5S e Lega avessero voluto DAVVERO portare avanti delle idee e non delle ideologie, avrebbero dovuto rispettare la chiara richiesta di Sergio Mattarella di non insistere con la proposta di Savona al Ministero dell'Economia.
Ma si sa, le idee sono cosa complicata, sia da spiegare che da realizzare, perché si scontrano con la realtà dei fatti e i vincoli del mondo reale (non solo quelli di bilancio). Le ideologie populiste, invece, sono la scelta vincente per i partiti irresponsabili: ottime per ottenere consensi e facili da difendere, perché tanto non si realizzeranno mai.
E per aggiungere un po' di pepe all'articolo, veniamo alla soluzione. Quale?
Elezioni con una nuova forza politica europeista e riformista, fatta da professionisti e politici competenti, affidabili e moderati, che propongano in campagna elettorale riforme MONDIALI, non solo europee. E magari anche candidando Paolo Savona.
Ma il Ministro dell'Economia, quello, lo deve fare Tito Boeri.