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23 maggio 2010

Mi sovviene una frase di Barthelme...

Quando nasce un bambino, il centro delle proprie speranze... si sposta, leggermente. Non del tutto, né di colpo. Ma lo si avverte, questo spostamento. Parli a voce alta, ti atteggi, come la madre d'una minuscola Lollobrigida. Ancora una volta ebbro di possibilità future.
Donald Barthelme

17 maggio 2010

Quale credibilità ha l'Economia di Mercato?

Da quando si è scoperto lo stato reale dell'economia greca, le borse mondiali stanno avendo continui scossoni.
Dopo i ribassi dei titoli dei listini di tutto il mondo, c'è stato un rimbalzo folle all'annuncio del piano di aiuti europei per il salvataggio della Grecia; poi nuovo ribasso durato una settimana, con una forte speculazione che ha spinto verso il basso l'euro,... poi il nuovo rimbalzo delle borse di questa mattina...
Un'altalena che ha un'evidenza lampante anche per i non addetti ai lavori: i mercati finanziari non hanno alcuna capacità di adeguare i prezzi dei titoli alla situazione reale dell'economia mondiale.
La domanda è quindi questa: di quante altre crisi economiche abbiamo bisogno per capire che questo sistema economico va abbandonato??

11 maggio 2010

When I Grow Up...

Cosa significa lavorare nell'Advertising? Chi ci lavora non perde mai l'occasione per prendersi in giro...

8 maggio 2010

Ancora su Google...

Visto che su questo blog ho iniziato a raccogliere le mie riflessioni sui motori di ricerca, riporto un recente articolo che ho pubblicato sul blog aziendale di Archimede. Anche per i non addetti ai lavori può essere interessante buttare uno sguardo dentro i complessi meccanismi che governano il web...


Perché è sempre più difficile fare Search Engine Marketing
7 maggio 2010 - di Luca Martino

Fare Search Engine Marketing, è un servizio sempre più difficile da realizzare. Il motivo è legato alla “saturazione” dei canali disponibili.
Sono tanti i competitor, di uno stesso settore economico, che utilizzano canali per fare marketing sulla base delle parole chiave digitate nei motori di ricerca.

Da Google AdWords agli annunci sponsorizzati su Facebook, il risultato è sempre lo stesso: le aste per determinare i prezzi di uscita degli annunci cominciano a diventare estremamente costose. Tanto per darvi un’idea, questa mattina far uscire un annuncio abbinato alla key word Wellness Hotel Trentino costava quasi 4 €.
Quattro euro per un clic. E ovviamente non c’è alcuna garanzia che chi visiti la vostra pagina web sia disposto a “convertire”, ovvero ad acquistare il prodotto o servizio offerto. Come può essere possibile ciò? Che sostenibilità ha un investimento così alto protratto nel tempo?

La risposta richiede un minimo di spiegazione sul meccanismo di pubblicazione degli annunci a pagamento.
In riferimento a AdWords di Google, strumento principale nelle campagne SEM, la pubblicazione degli annunci è legata, oltre che all’offerta economica abbinata alle parole chiave, a fattori di qualità, come la pertinenza dell’annuncio e delle key word rispetto alla landing page (pagina di atterraggio). Tuttavia quello che si nota in questo periodo è un vero e proprio degradamento del canale AdWords. Secondo i nostri studi il motivo principale è legato alla continua entrata nel mercato di nuovi operatori, che “provano” a fare uscire i propri annunci proponendo prezzi alti per ogni parola chiave di interesse. Il risultato è che anche chi aveva inizialmente un buon CTR (indice della volontà degli utenti di preferire un annuncio rispetto ad altri e quindi della qualità dello stesso), deve alzare la propria offerta per vedere apparire gli annunci della sua campagna.

Ma è mai possibile che ci sia davvero qualcuno disposto a pagare 4 euro per un clic a Google? La ragione potrebbe essere che non c’è nessuno disposto a farlo. Con i propri soldi.
Mi spiego. Poniamo, che vi arrivi a casa un voucher di Google con l’offerta di un buono di 25, o 50, o magari 75 euro, per inziare a promuovere il vostro sito sul canale AdWords. Cosa fareste? Dareste la stessa importanza al costo di una KW, rispetto al caso in cui i soldi li aveste appena caricati voi con la vostra carta di credito? Probabilmente no.
Ed è proprio quello che sta succedendo negli ultimi mesi. Google sta intensificando le sue promozioni e a centinaia di migliaia di persone arrivano voucher per inserzioni gratuite su AdWords. Il problema è che le offerte spropositate, frutto di questi incentivi, influenzano tutto il sistema per la determinazione dell’offerta base per apparire nella SERP di Google. Quindi, anche chi ci mette dei soldi “veri”, è schiacciato dagli effetti di un mercato drogato dalle promozioni del “Gigante” di Mountain View.
I nostri esperti di SEM e SEO, in un’azione di ricerca e sviluppo condotta alcuni mesi fa, avevano già evidenziato i punti critici dello strumento Google AdWords; tuttavia stiamo assistendo ad una situazione ben peggiore: Google sta rovinando il suo stesso canale per il SEM e lo sta facendo, crediamo noi, con troppa leggerezza.
La logica iniziale che ha sorretto la progettazione dell’algoritmo di Google AdWords era che chi faceva offerte con prezzi alti, aveva vita breve se il suo annuncio era di qualità inferiore ad altri (in pratica, dopo un po’ capiva che non era sostenibile investire 4 euro per un clic!). E quindi, sul lungo periodo, si premiava la qualità degli inserzionisti che facevano annunci pertinenti e che incontravano il favore degli utenti web. Ma quello che sta succedendo adesso è che ci sono ogni giorno centinaia di nuovi inserzionisti che buttano sul mercato vagonate di voucher di Google; di conseguenza anche un “inserzionista virtuoso” non può aspettare che l’effetto qualità prevalga: i “soldi veri” finiscono presto.

La domanda è, in fine, questa: Google si è accorto di cosa sta combinando o no? E se lo sa, continua a drogare il mercato solo per spremere gli inserzionisiti che gli danno “soldi veri”?
Al web l’ardua sentenza!