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2 dicembre 2016

Arianna, il futuro avrà i tuoi occhi. Io posso solo votare Sì e spiegarti la differenza tra Leader e Follower, tra Renzi e Grillo, tra Obama e Trump.

Come spesso mi capita (soprattutto ora che è arrivata in famiglia la piccola Arianna) non trovo mai il tempo per scrivere le riflessioni che gli eventi di cronaca mi inducono a fare.
Gli eventi si succedono e i propositi del blogger si affievoliscono, incalzati dalle incombenze del padre.

Il terrorismo internazionale, la tragedia dei migranti nel Mediterraneo, la guerra in Siria, l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, il dibattito sul Referendum Costituzionale del 4 dicembre in Italia... tutto rischia di passare con un Like/Dislike su Facebook, o al massimo con un breve commento, che consente di cristallizzare un'opinione, uno stato d'animo, ma, non richiedendo un'elaborazione di pensiero un minimo articolata, lascia anche una sensazione di disagio, come se si fosse persa una buona occasione per meditare sul mondo e i suoi abitanti.

In questo la buona rete di opinionisti che seguo gioca un ruolo di un certo peso...
Se non potessi mettere gli I-Like ai post di mio cugino (a proposito, vi consiglio di seguire il suo blog N'affacciata), di Pasquale Mormile o di Michele Serra, probabilmente scriverei di più.
Ma il tempo è quello che è. E, mentre cambio un pannolino, mi lavo la coscienza da pensatore mancato condividendo sui social network i post di altri.

In questa dinamica che definirei "di mera sopravvivenza del pensiero critico", non ne esco mai indenne. Si affaccia sempre nella mia mente un'intuizioncina, un'ideuzza, un pensierucolo, che vorrebbe far a meno del vezzeggiativo o spregiativo e assurgere al rango di idea, intuizione, pensiero.
Quello che sistematicamente avviene nella mia mente, senza che il mio Sé cosciente riesca ad arginare in alcuno modo la cosa, è una forma di processo creativo di pre-stesura di un articolo: prende forma un ipotetico titolo di un ipotetico post che vorrei scrivere, con in nuce tutti i concetti cardine a supporto di un certo "concept". E mentre penso al pensiero che meriterebbe di essere divulgato al mondo intero (già, perché finché non lo scrivi sembra perfetto e assolutamente necessario da far conoscere a tutti gli altri che brancolano nel buio, non conoscendolo - tipica presunzione da blogger), è già superato da un evento più importante, più grave, più "pungolante" per il mio spirito critico.

Capita così che il primo titolo si evolva e includa il secondo tema su cui vorrei scrivere. Poi si affaccia una terza riflessione, una quarta e alla fine (semmai arrivo a scrivere il post) il titolo iniziale si è completamente perso e non c'è traccia nemmeno dell'idea originaria che volevo divulgare.

Ma i temi che oggi vorrei affrontare meriterebbero un titolo a sé. Sebbene tutti collegati, i "concept" sono stati partoriti nel corso di quasi un anno, per cui, al di là della difficoltà di riassumerli tutti in maniera significativa, resterebbe il problema di quale peso abbiano gli eventi che li hanno generati all'interno della narrazione. Ecco quindi che vorrei provare qualcosa di nuovo, rispetto ad altri articoli ospitati in questo blog, tracciando l'evoluzione che il titolo ha avuto nella mia mente.

Agli inizi era:

Lo stormo e la Leadership Diffusa

Circa un anno fa, avevo da poco iniziato a lavorare in Hermes Consulting a Firenze, e mi è capitato di fare un'esperienza formativa molto interessante. Nell'ottica di iniziare una partnership con l'associazione Effetto Larsen, abbiamo sperimentato il loro metodo per ricreare le dinamiche socio-emotivo-relazionali che consentono, ad un gruppo di individui, di emulare il volo di uno stormo di uccelli. Il loro workshop si chiama appunto STORMO® rEVOLUTION.


Avete mai visto volare uno stormo di centinaia o migliaia di uccelli? È uno spettacolo meraviglioso, sembra una danza: voli imprevedibili ed ascese velocissime, traiettorie impercettibili, codici di geometria esistenziale, come canta il grande Battiato.

Senza entrare nel dettaglio della metodologia utilizzata da Effetto Larsen, molto pratica e poco teorica, devo riconoscere che l'esperienza di muoversi in totale sincronia con i colleghi fu sorprendente: nessun leader che guidasse, ma tutti potenzialmente leader capaci di guidare il gruppo, nessuno conflitto, solo armonia e movimento perfettamente sincrono fra tutti gli individui.

Alla base della capacità degli uccelli di volare in stormi ci sono sicuramente fattori biologici, ma se anche gli esseri umani riescono ad emulare la loro sincronia, forse c'è qualche insegnamento che possiamo apprendere. Questo è quello che ho appreso io, meditando sui comportamenti agiti durante il workshop: 
  1. Senza scontrarsi e senza dipendere dalle capacità di guida di uno solo di essi, negli stormi c'è quella che in termini manageriali oggi chiamiamo Leadership Diffusa, dote preziosa tanto in ambienti naturali quanto, di questi tempi, in quelli aziendali.
  2. Per avvenire, "l'effetto stormo", ha bisogno di un clima di totale fiducia e attenzione reciproca fra i membri del gruppo, costruito attorno a valori comuni.
  3. Chi guida il gruppo per un frangente o per un tempo più lungo, è colui o colei che inizia un rapido movimento in una direzione ben precisa, che non è quella che il gruppo sta seguendo "d'abbrivio".
  4. Un buon Leader "sente" quando deve proporre nuove rotte o quando deve reimmergersi nello stormo per farsi guidare da altri
  5. Quale che sia la sua scelta, il Leader lo fa per il Bene Comune.

Potrei stare ore a descrivervi il perché e il percome di ogni "codice di geometria esistenziale", di come le metodologie che ho provato sulla mia pelle funzionino, ma non c'è tempo... perché non ho scritto, circa un anno fa, un post dal titolo "Lo stormo e la Leadership Diffusa"; vi sto solo raccontando che avrei voluto scriverlo.

La Democrazia Rappresentativa come surrogato della Leadership Naturale

Nei giorni seguenti il worskshop mi capitò di tornare a riflettere sull'esperienza fatta e di metterla in connessione con i fenomeni di Leadership Politica. Mi resi conto che molti dei leader che più apprezzavo avevano caratteristiche simili a quelle degli uccelli-guida.
Arrivai ad ipotizzare che, nel corso dell'evoluzione umana, venendo a mancare le caratteristiche biologiche di "connessione" e fiducia di specie, proprie del mondo animale, gli uomini si erano inventati forme via via più sofisticate per "andare avanti". Perfino la Democrazia Rappresentativa, quindi, mi appariva come un tentativo di recuperare quella meraviglia che era la la Leadership Naturale, intesa come manifestazione spontanea dei fenomeni (collegati) di guida-seguimento del mondo animale.

Anche in questo caso avrei voluto scrivere un trattato, ma non l'ho fatto e forse mai lo farò. Certamente non ora, che ho in mente un altro titolo.

Messaggio a Matteo Renzi: è ora di virare, accelerare e imparare dagli uccelli

Mesi fa il buon Matteo, che secondo me aveva tutte le caratteristiche del buon Leader, iniziò a perdere colpi. I sondaggi sul suo gradimento erano in calo, il Movimento 5 Stelle avanzava, e io pensavo: "Matteo, cazzo, cambia rotta, attacca l'Europa dei burocrati, non lo vedi cosa sta facendo alla Grecia?? Matteo, accelera, cambia direzione, solo così lo stormo ti seguirà. Sposta l'attenzione dall'Italia, e proponi un'Europa solidale, un'Europa dove abbia senso stare."
Mi sono impegnato assiduamente per divulgare (e far avere a Matteo Renzi) la teoria della Liquidità Distribuita di Alessandro Nosei, per una riforma radicale delle politiche economiche nell'Unione Europea; ma niente, Matteo sembrava aver dimenticato una delle leggi che più gli era congeniale, il "codice di geometria esistenziale N°3": gli uccelli-leader devono continuamente accelerare e proporre nuove direzioni, altrimenti nessuno li segue più.

Renzi mi ha ascoltato con un imperdonabile ritardo: le sue posizioni degli ultimi tempi sull'Europa sono quelle che io chiedevo da questo blog con veemenza fin dal luglio 2015. Ma ha perso il Time-To-Market. E un markettaro come me non glielo perdonerà mai.

Renzi asino, ma io #aSIno

Il motivo di questo ipotetico titolo era legato alla "personalizzazione" fatta da Renzi sul Referendum Costituzionale. Ancora prima della Brexit, avevo previsto che questo suo tentativo di farsi legittimare con una consultazione popolare sarebbe stato un boomerang.

Parlando al telefono con mio cugino (quello del blog di cui sopra) ci siamo detti: "Ok, Renzi ha scazzato (NdR: ha sbagliato), ma noi che possiamo fare per salvare una riforma comunque importante per il futuro del nostro Paese?"
La mia risposta è stata: quello che sappiamo/possiamo fare.

Ho quindi progettato una fantastica (nel senso che avveniva nella mia fantasia) campagna virale in cui davo dell'asino a Renzi per aver messo a rischio una riforma importante, cercando di associare il successo della stessa ad un suo successo personale (si era dimenticato il "5° codice di geometria esistenziale": pensa solo al Bene Comune, non al tuo).
La campagna era virale perché aizzava la potenza di fuoco degli anti-renziani, con un hashtag che invitava alla conta: Renzi era asino, ma io ero #aSIno; chi era come me e chi era #asiNO?

Il bello di questo lettering è che non si conta, perché gli hashtag ad oggi non distinguono maiuscole e minuscole. Quindi la campagna sarebbe stata comunque positiva, perché avrebbe smontato con uno #aSIno l'unica possibile critica alla Riforma Costituzionale: il tentativo di Renzi di avere un voto sul suo Governo.
Ovviamente riconosco tutti i suoi meriti, solo che non è saggio anteporre l'Ego al Bene Comune.

#Asino chi non vota. E anche chi #asiNO

Quando mi fu ormai chiaro che la potenza mediatica del No era superiore a quella dei (per tutta la propaganda populista che sta venendo alla luce in questi giorni, fatta di bufale e slogan facili da veicolare e memorizzare), ipotizzai che si poteva rilanciare la campagna virale fantastica di cui sopra con un altro post; l'obiettivo era spiegare perché eri asino in due casi: se non votavi o se votavi NO.

Anche questo post è nato e morto mentre lavoravo, cucinavo, lavavo i piatti e pulivo casa per le mie tre donne e 1/2 (Arianna era ancora in pancia).

Non chiamateli Leader, per favore, sono Follower!

Il Karma non ci dà pace, mai, finché non lo affrontiamo.
Ed ecco che la campagna per le presidenziali di Trump negli USA, quella di Grillo per il No in Italia, mi hanno ricordato che avevo un post da scrivere sulla "vera leadership".
Il succo di questo ipotetico post mai scritto doveva essere all'incirca questo: ci sono stati, nella storia del genere umano, leader che parlavano "alla pancia del popolo", che smuovevano emozioni torbide nell'animo umano, che vibravano a frequenze basse per entrare in risonanza con il malcontento popolare. Questi personaggi io non li voglio chiamare leader, perché non guidano (nell'accezione nobile del termine, propria degli uccelli-guida), ma "seguono" gli istinti più bassi dei gruppi sui quali vogliono prevalere come "capi", solleticandoli sapientemente lì dove hanno ferite aperte o opinioni convergenti (il cui nocciolo è costituito, di solito, da piccoli e grandi egoismi).
Ecco, questi impostori in natura non sarebbero mai stati seguiti, perché violano i "5 codici di geometria esistenziale" degli uccelli. Ma il genere umano è molto lontano dalla fonte da cui proviene e questi impostori riescono a farsi chiamare leader, anche se non ne hanno minimamente le caratteristiche.

Leader è chi vira veloce verso orizzonti nuovi, per il Bene Comune, che spesso chi è in fondo alla stormo non vede. 
Leader è Papa Francesco. Leader fu Gandhi. Leader fu Aldo Moro.
Leader non fu Hitler, né Mussolini. Loro, per favore, chiamateli Follower. La loro ascesa è costruita sul più becero populismo, non su proposte innovative, non su rotte nuove da perseguire anche con difficoltà, contro i propri bassi istinti, per una meta più alta del proprio tornaconto personale.
Il Leader ti convince a seguirlo perché è giusto. Il Follower va dove tu, in fondo, vuoi andare. Al limite ti convince (facilmente, è ovvio) che ti conviene seguirlo.

Le differenza fra Trump e Obama, tra Grillo e Renzi, tra un NO e un SÌ

Ed ecco che il risultato delle elezioni americane mi insegna un'altra regola aurea che non mi è mai entrata in testa durante le lezioni di Economia Politica: le elezioni le determina l'ELETTORE MEDIO.
Questo mostro per la Democrazia Rappresentativa non mi aveva mai spaventato così tanto come dopo le elezioni che portarono al primo Governo Berlusconi. Ma ci si assuefà pure a Berlusconi, quindi, quando il referendum nel Regno Unito ha dato come responso "Brexit", mi si è ri-acuita una ferita mai sopita: la mia ignavia. Non avevo mai dato del cretino a chi ha votato Berlusconi, quindi DOVEVO darlo agli inglesi, e l'ho fatto.


Ma poi Trump vince contro una Clinton che non è un vero leader, perché non è innovativa come Obama, perché puzza lontano un miglio di Ego e interessi personali. E anche in questa occasione penso che il post devo assolutamente scriverlo, per dire che l'Elettore Medio americano è un imbecille egoista e miope di fronte alla complessità del mondo (sia quello che ha votato Clinton invece di Sanders, sia quello che ha votato Trump invece di Clinton).

Durante l'intensificarsi di questa campagna referendaria ho pensato, analogamente, che avrei dovuto dare del "cretino" a chi seguiva Grillo e Slavini (o si lasciava seguire da Grillo e Salvini, nell'accezione dell'ipotetico post, mai scritto, citato in precedenza), ma non volevo scrivere un post su ciò, l'Elettore Medio non meritava il mio tempo.
Arianna, appena arrivata, lo meritava.
Parlare della concezione politica di Platone, del principio di competenza, pensavo, a cosa può mai servire con questo soggetto?

Ma una risposta si è affacciata nell'anticamera del mio Sé cosciente: perché questo "qualcuno" ha il mio stesso diritto di voto, di me che ho quasi 20 anni di attivismo politico alle spalle, di me che leggo un libro a settimana e dormo 4 ore a notte per tenermi aggiornato su economia, politica, diritto, sostenibilità ambientale.
(NdR - Tutto questo ego è il motivo per cui ho abbandonato la politica: non sarei mai riuscito a scendere a compromessi con l'Elettore Medio, ritenendomi, a torto o a ragione, superiore nella capacità di analisi e di scelta.)
Ma andiamo oltre.

In questo ipotetico post avrei dovuto spiegare perché chi vota NO al referendum costituzionale del 4 dicembre si sta facendo imbrogliare da dei Follower, degli impostoari, insomma. Non l'ho scritto questo post perché avrei dovuto ergermi al di sopra dell'altrui posizione per dire al grillino di turno che è un cretino, che non può pensare di essere più intelligente di tutte le forze economiche italiane (Confindustria, Confcooperative, Cna, Cia, Confartigianato, Coldiretti, etc., tutte schierate per il SÌ) ed estere (basta vedere l'andamento dello spread al crescere del NO nei sondaggi).
Insomma, non ho scritto questo post per non affibbiare epiteti poco carini a persone che hanno sì la colpa di aver ascoltato la loro pancia e non la loro coscienza, ma che sono state indotte a farlo da "Follower" senza scrupoli. Questi tizi devono avere la mia compassione, non la mia rabbia.


Una buona ragione per non votare NO

Negli ultimissimi giorni, mi sembrava sempre più urgente scrivere un post a favore del SÌ, sfruttando quanto appreso dagli stormi sulla "autentica leadership". Se il NO è una posizione sostenuta da Follower, pensavo, è una scelta che non porta da nessuna parte, mentre il SÌ è una direzione piena di senso, che però non è facile da capire.

Non valeva la pena entrare nel merito della riforma Renzi-Boschi, che, sebbene migliorabile, ha tutte le carte in regola per essere utile al Sistema-Paese. Non ne valeva la pena perché i Follower hanno posizioni molto più facili da difendere rispetto ai Leader e argomentazioni che vengono "direttamente della pancia delle persone".
Provare a parlare alla testa, alla coscienza, al cuore, è troppo difficile senza un clima di fiducia e reciprocità (per nulla presente nello scenario politico italiano degli ultimi anni).

Con questo ipotetico post, mai scritto, volevo quindi provare a fare qualcosa di diverso: insinuare qualche domanda nella mente del lettore, raccontandogli la storia degli stormi di uccelli e incalzarlo con alcune domande...

Hai mai osservato il volo degli uccelli?
Hai mai visto come sfuggono al falco predatore?
Se, fra tutto quello che hai letto sopra, cancellassi le frasi di posizione sul Sì e sul No, in cosa saresti d'accordo?
Il Leader politico che segui, è realmente tale o assomiglia più ad un Follower?
Hai le competenze per distinguere la differenza fra le due forme di guida politica?
Se non le hai, hai l'umiltà per capire che devi approfondire i temi della Riforma Costituzionale e non seguire la (farti seguire dalla) macchina mediatica messa in piedi dai Follower?



La guida definitiva al concetto di LEADERSHIP

Questo ipotetico post, mai scritto, doveva ripercorrere gli stili di leadership e "gli stili di gruppo", poiché il fenomeno della leadership contempla sempre due variabili, chi guida e chi si fa guidare. Ma a ben pensarci l'ipotetico post sul volo degli uccelli, insieme a quello sui "Follower" che si ergono a guide dicendo al popolo quello che il popolo vuol sentire, erano sufficienti a fare scuola per decenni a venire (sempre nella mia fantasia di blogger che poteva permettersi di non scrivere gli ipotetici post). Quindi anche questo post, ipotizzato durante alcune conversazioni in azienda, l'ho lasciato nel cassetto dei post che potevano essere desunti da altri post. Peccato non aver scritto nemmeno questi, rendendo certamente difficile una ricomposizione postuma del mio pensiero.

Il futuro avrà i tuoi occhi

E veniamo al titolo di un post troppo impegnativo per essere scritto negli scampoli di tempo che mi restano alla fine delle giornate lavorative, ma troppo importante per essere ignorato.

Qualche settima fa sono andato a seguire una meditazione di Don Gigi (N.d.R. Luigi Verdi) e ho comprato un suo libro: "Il domani avrà i tuoi occhi".

Leggendo quel libro ho pensato agli occhi di Marica, Raffaella e Arianna. Occhi puri, che, se rimarranno tali, potranno vedere un mondo che io già non vedo più e, grazie a questa Visione, contribuire a realizzarlo.

Ma pensando a quell'ipotetico mondo, fatto di bimbi felici, figli di genitori felici, che lavorano in aziende etiche e trasparenti, che operano in paesi guidati da governi illuminati e impegnati per il Bene Comune, mi sono ricordato che l'unico piano su cui io potevo agire era la mia, personale, azione. Il piano della mia Responsabilità.

E quindi dovevo dare il mio contributo per consentire, a quanti avessero avuto la voglia di leggermi, di prendere una posizione "consapevole" sull'imminente Referendum Costituzionale.

Io posso solo votare Sì e spiegarti la differenza tra Leader e Follower...

Veniamo quindi al titolo di questo post, l'unico che ho scritto, mentre gli altri li ho solo immaginati. L'ho scritto per te Arianna, per te Raffaella, per te Marica. Mi perdonerete se non ho giocato con voi stasera, ma l'impegno politico è anche questo, fare delle scelte. Oggi ho scelto di spiegarvi come ho vissuto questo 2016, e come ho vissuto questa spiacevole campagna referendaria. Se in futuro dovesse capitarvi di leggere queste righe, sappiate che io avrò votato a favore del "superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione" (semmai queste parole avranno un senso da qui a 10-15 anni). Sappiate che ho votato Sì per voi.
Quale sarà il risultato della consultazione non mi è dato saperlo, ma vi lascio qualche consiglio per orientarvi nelle vostre future scelte.

Diffidate dei Follower, dei populisti. Cercate forme di governo di voi stesse e delle persone con cui vi troverete ad interagire che non contemplino la sopraffazione di un'idea rispetto ad un'altra come un'unica forma per andare avanti: se lavorate per il Bene Comune, il come è un dettaglio, l'importante e procedere. 
E se proprio non riuscite a fare ciò, almeno sviluppate forme di tolleranza per chi la pensa diversamente da voi (cosa che io non sono ancora riuscito a fare, mi pare evidente).

E guardate la natura più che potete, con occhi curiosi e attenti. Ha sempre qualcosa da insegnarvi.