Non potevo esimermi dallo scrivere due righe sulla figura di
Giulio Andreotti, visto che è stata una delle figura più influenti sulla mia formazione politica (nel senso che mi ha fatto desiderare di essere qualsiasi cosa fuorché democristiano!).
Lo faccio, semplicemente, citando (e non rinnegando) due post del passato:
- Auguri Belzebù
- [...] Caro Giulio, Giulio Andreotti, scrivo queste cose ora, ora che sei ancora vivo, perché (ammesso che io ti sopravviva) se le scrivessi alla tua morte, sarebbero le codarde parole di un blasfemo che se la prende con un martire.
E finché non sei né santo, né beato, le mie possono ancora apparire come le riflessioni ragionevoli di un disamorato della politica. -
- Breve storia economia d'Italia
- [...] Qual è, dunque, la morale di questa breve storia economica d'Italia? È che ci sono dei colpevoli.
Non è che il peso sulle spalle nostre e dei nostri figli è un fatto ineluttabile, che dobbiamo accettare come una sventura caduta dal cielo. C'è stato un momento, anzi, tanti momenti, in cui qualcuno poteva scegliere, e non l'ha fatto. O l'ha fatto male.
Ci sono dei colpevoli che hanno un nome e cognome, Benito Mussolini, Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi. E ci sono gruppi o "categorie" di colpevoli, come i sindacati, la Chiesa Cattolica, le Brigate Rosse.
Ma c'è un colpevole per eccellenza nella nostra storia economica. E quel colpevole è il Vecchio che dice di "no" al Giovane. -