Cerca nel blog

21 dicembre 2012

Cosa abbiamo imparato dalla Fine del Mondo (End of the World Economy - Cap. 31)

[Segue da Cap. 30]
Questo post è programmato per uscire alla mezzanotte ora italiana del 21 dicembre 2012.
Se il mondo esisterà ancora e se il server che ospita il blog avrà ancora corrente, ci saranno persone a leggerlo. E, questa volta, ci possiamo permettere un'emoticon:-)

Di bilanci ne abbiamo fatti già abbastanza negli ultimi post (Cap 29 e Cap. 30), e credo che ormai sia chiaro quello che questo strano "Manuale di Economia della Fine del Mondo" ha cercato di fare nel corso dell'ultimo mese:  proporre una ironica e provocatoria riflessione, condivisa sul Web perché fosse un processo collettivo e non individuale, sullo stato del nostro Pianeta, sul nostro errato concetto di sviluppo e di crescita economica, sulla sempre più bassa qualità delle relazioni umane che instauriamo oggigiorno.

La data del 21 dicembre, che forse più delle altre (vedi Cap. 27) è stata riconosciuta a livello globale come "significativa" (grazie soprattutto all'attuale progresso nelle telecomunicazioni, senza precedenti nella storia del genere umano), è stata occasione per sollevare temi sui quali da tempo volevo riflettere.


Meditare sulla "Fine" ci rende più saggi, quindi sì, potrebbe davvero essere l'inizio di un bel cambiamento per l'umanità. D'altronde Apocalisse significa Rivelazione...

Vediamo quindi, a grandi linee, quello che abbiamo imparato pensando alla Fine del Mondo.
[NdR: Siccome sappiamo che le emozioni sono importanti (Cap. 24), per fissare i concetti del seguente elenco potete aiutarvi con un opportuno sottofondo musicale (a questo link c'è una playlist che potrebbe fare al caso)]

Un encomio pubblico ai Maya, perché grazie a loro abbiamo capito...
  1. Che la specie umana si avvia verso l'estinzione, ed solo questione di tempo. Il declino economico che stiamo vivendo è, insieme, specchio e causa di questa fine prematura. 
  2. Che sia la natura sia l'uomo hanno creato mille fini possibili: a ciascuno la sua, secondo gusti, paure o fobie personali; l'importante è tenerla presente, la Fine.
  3. Che per capire ad un livello profondo è importante immaginare ed immedesimarsi, solo così accediamo alla parte più "umana" che supera la ragione e apre le porte alla consapevolezza.
  4. Che il marketing non è una brutta cosa, perché si basa su come funziona l'uomo...
  5. ... ma l'uomo può essere una brutta cosa.
  6. Che ci sono uomini e investitori che scelgono già, quotidianamente, di essere pessimi, e con il loro agire rendono più vicina che mai la Fine del Mondo.
  7. Che l'uomo è un animale sociale e per nulla al mondo deve rinunciare a questa sua caratteristica, quale che sia la minaccia alla sua sopravvivenza.
  8. Che "Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt" (I naviganti cambiano il cielo che di volta in volta li sovrasta, non il proprio stato d'animo - Cit. Orazio)
  9. Che la Verità, su noi stessi e sul Mondo, richiede un salto intuitivo per essere "esperita".
  10. Che le ragioni di una crisi economica non sono mai solo un fatto tecnico, ma un più ampio problema etico e morale.
  11. Che gli scambi di valore che oggi muovono il mondo si basano sulla fiducia tra le persone e delle persone nelle organizzazioni di persone; minare questa fiducia è un attacco non solo alle relazioni economiche, ma alla società civile nella sua meravigliosa complessità.
  12. Che il "dio denaro" regna in qualsiasi contesto e tempo storico.
  13. Che i titoli derivati sono brutti tanto quanto le dipendenze.
  14. Che l'acqua è un bene prezioso, non sprechiamola e non inquiniamola; così come il cibo, che spesso l'uomo occidentale dà per scontato.
  15. Che se davvero vogliamo evolvere ad un gradino più alto rispetto a quello nel quale ci troviamo all'alba del terzo millennio, dobbiamo diventare completamente e assolutamente pacifisti e vegetariani.
  16. Che l'energia è importantissima e le fonti di energia che usiamo abitualmente limitate.
  17. Che viaggiare è stupendo e non dobbiamo aspettare la Fine del Mondo per metterci in viaggio.
  18. Che un buon libro si rivela sempre un ottimo compagno, in tutte le situazioni. E leggere allunga la vita, davvero.
  19. Che la Vita è un dono stupendo e pensare al suicidio, quali che siano le condizioni esterne, è davvero un peccato mortale.
  20. Che la speranza è fondamentale e dobbiamo imparare a "coltivarla" sempre, a prescindere dall'incombenza o meno di una Fine del Mondo.
  21. Che la forza del cambiamento globale risiede nella "comunione di spirito" fra tutti gli uomini.
  22. Che gli uomini insieme creano ricchezza, se si dividono, invece, solo povertà.
  23. Che non bisogna disprezzare quello che la saggezza millenaria di chi ci ha preceduto ci ha tramandato; che si tratti di favole di Esopo, koan, riti o religioni.
  24. Che le emozioni sono importanti, perché ci rendono "umani", perché ci fanno andare oltre la mera soddisfazione dei nostri istinti e bisogni.
  25. Che il tempo è un bene prezioso e vivere con lentezza ci permette di apprezzare ogni instante, mentre correre ce li fa bruciare tutti.
  26. Che la giusta dimensione del tempo è anche la cura contro la speculazione e gran parte delle ingiustizie della finanza moderna.
  27. Che la Fine del Mondo è ogni giorno, e che val la pena vivere ogni giorno come fosse l'ultimo.
  28. Che la finestra di permanenza dell'uomo sulla Terra è limitata e di questo sua "finitezza" egli deve prendere consapevolezza.
  29. Che per cambiare davvero bisogna avere il coraggio di fare quello che si desidera, ora o mai più. Ed essere pronti ad andarsene, in punta di piedi, se quel "mai più" dovesse essere oggi.
  30. Che rivedendo il film della nostra vita saremo orgogliosi e felici per aver fatto alcune cose, ma meno di averne fatte o causate altre. E che per essere sereni di fronte alla morte devono prevalere le prime.
  31. Che forse non abbiamo imparato niente, ma almeno ci abbiamo provato.

In conclusione, grazie a tutti quelli che mi hanno ispirato e stimolato, di giorno in giorno, nella scrittura dei vari capitoli. Senza di voi questo Manuale sarebbe stato un retorico esercizio di eristica; quando invece voleva essere un processo collettivo ed ermeneutico di comprensione. Spero lo sia stato per i lettori tanto quanto lo è stato per me.

Quale che sia il tempo meteorologico, buon 21 dicembre a tutti!
[THE END]