"Due parole sul futuro" è uno di quei titoli che dicono tutto e non dicono niente. Uno di quelli che si usano per accomunare temi diversi, di quelli che potrei usare tanto per raccontare un progetto di vita, che per annunciare un imminente viaggio.
Tuttavia credo di usarlo in maniera particolarmente appropriata, in questo caso, per parlare di una cosa che mi sta molto a cuore: la speranza in un mondo migliore.
Da un paio di giorni si è conclusa qui a Trento la quarta edizione del Festival dell'Economia; un evento che ha richiamato brillanti economisti da tutto il mondo, per dibattere attorno al tema Identità e crisi globale. Ho seguito con molta attenzione diversi incontri, sperando di ricevere dalle autorevoli voci di premi nobel, o manager di successo, una risposta alla domanda che da anni mi pongo: "come uscirne?"
E non intendo come uscire dalla crisi attuale, ma come uscire dal Capitalismo, dal consumismo, dal sistema corrotto e fallace che ci ha portati a questo punto.
Ed è con profonda delusione che constato come anche le migliori teorie non si discostino da un'ottica incentrata sul sistema economico attuale. Tutti dicono che è sbagliato, pieno di incongruenze, di disuguaglianze, ma nessuno è in grado di proporre soluzioni concrete. Ancora una volta ripenso a Keynes e a quanto sia difficile evocare scenari alternativi.
Tuttavia io nutro una speranza per il futuro che è reale, non meramente utopica. E provo a coltivarla con atti concreti, come lo studio di nuove teorie economiche, o con l'impegno politico. Credo che si abbia "diritto a sperare", solo se ci si rimbocca le maniche e si fa qualcosa per gli altri, per la società. Il "fare qualcosa" non implica necessariamente l'organizzare la Rivoluzione (anche se ci lavoro da un pezzo!), ma può partire da semplici atti fatti con coscienza, come l'esercizio del voto.
A tal riguardo, vorrei dire due parole sulle Elezioni per il Parlamento Europeo del 6 e 7 giugno.
Come è ormai mia abitudine, tendo a palesare su questo blog le mie intenzioni di voto, sia per l'atteggiamento "attivo" che da sempre ho nei confronti della politica, sia per fornire agli amici che me lo chiedono dei riferimenti circa le mie scelte.
Alle imminenti elezioni europee voterò per Michele Nicoletti, perché credo sia il giusto connubio tra competenza, dedizione al servizio civile e senso etico. Invito chiunque abbia interesse ad approfondire la validità di questo candidato, a visitare il suo sito internet, dove, specialmente nella sezione "le ragioni di una scelta", sono sicuro si troverà motivo per sperare davvero.
E la speranza in un futuro migliore parte sempre da una scelta del singolo.