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23 ottobre 2014

Leopolda 5. E il Partito che diventa MOVIMENTO. Ma che ancora usa il contante.

Da domani fino a domenica sarò alla Stazione Leopolda di Firenze.
Il 24, 25 e 26 ottobre 2014 ci sarà infatti la quinta edizione di quell'incontro progettuale ed informale che sa di movimento più che di partito e che è stato la premessa del fenomeno #Renzi (il cancelletto è intenzionale).
Sarò alla #Leopolda non per senso di appartenenza, ma per senso di responsabilità.
Non ho più la tessera di partito, da quando il "mio" Partito preferì un decrepito Bersani ad un credibile Matteo Renzi. Ma mi è rimasto, oltre al senso critico, un senso di responsabilità che impone un impegno propositivo, progettuale, per far sì che la politica vada oltre la rappresentanza e incontri il concetto di partecipazione estesa.
Per questa ragione prenderò parte ai lavori della Leopolda. Perché credo che la forma di partito vada superata. Ma anche perché non ho fiducia nella forma di #movimento ("5 Stelle" docet). Voglio davvero capire qual è, se c'è, la soluzione, fra delega assoluta e partecipazione vincolante.

Al solo scopo di portare un esempio, vorrei capire chi e con quali criteri ha escluso la mia proposta di intervento ai tavoli di discussione che si succederanno nel weekend. Nel mio Partito avrei avuto la certezza di una votazione sul tema. Ma per Leopolda5 è così? È stato così nel mio caso? Non lo so e non lo sapremo mai. Ecco, un movimento è così. Potente, efficiente, ma poco trasparente.

Con l'ambizione di rendere i concetti più efficaci di quello che sono in fase di formulazione, riporto di seguito i contenuti della mia proposta di discussione (bocciata) per i meeting della Leopolda. Chissà che nella Leopolda6 non tornino in voga... in fondo "il Futuro è solo l'inizio"! 

«Non riesco ad immaginare un futuro dove esistano simultaneamente due economie. Un'economia sana, trasparente, che sostiene il sistema-paese con le tasse e un'economia nascosta, di cui l'evasione fiscale è solo un aspetto.
E non riesco ad immaginare un altro sistema per risolvere questo problema che l'eliminazione totale del contante.
Lo Stato deve garantire zero costi di transazione e fornitura dei terminali per il trasferimento di somme di denaro non solo a chi gestisce una attività economica, ma ad ogni singolo cittadino. Con gli smartphone è già possibile; si dovrà solo pensare alla distribuzione di dispositivi semplificati per la Terza Età.
Contestualmente si potranno, anzi, dovranno, eliminare completamente le procedure di richiesta sussidi, dichiarazione dei redditi, procedure per detrazioni-deduzioni, ICE, ISE, ISEE, e mille altre sigle che servono solo a far guadagnare i CAF dei sindacati.
Un paese che ha bisogno dei CAF e dei commercialisti non è un paese civile. E il nostro Paese si fonda sulla burocratizzazione dei processi, anche quelli che avrebbe tutto l'interesse a semplificare.
Nel futuro che immagino non si può aver bisogno di assistenza per pagare le tasse.
Ad ogni cittadino dovrà corrispondere un account in un sistema centralizzato che terrà conto del suo stato di famiglia, di quanto guadagna, di quanto spende, di che diritti e doveri ha nei confronti dell'Erario.
Senza il contante e la conseguente tracciabilità di ogni transazione, il Sistema sarà in grado di semplificare moltissimo la vita di ogni cittadino.
Solo così si potrà arrivare ad una completa valorizzazione dell'economia reale e trasparente. L'eliminazione del contante è solo l'inizio.»