Ma di impegno in impegno, di urgenza in urgenza, il tempo è volato e il restyling non l'ho mai ultimato.
Ogni volta che si decide di cambiare, si rischia di rimanere vittime del proprio desiderio di perfezione. Perfezione che ovviamente non esiste, non può esistere. Eppure si attende ad oltranza, quasi che la mera scelta di innovare abbia esaurito ogni energia da destinare alla "implementazione del cambiamento".
Ecco una conseguenza delle spinte al cambiamento: l'immobilismo. Si trova il coraggio sufficiente per lasciare il lavoro, cambiare città, ma poi ci si arresta sull'uscio, pensando che la strada che si è appena scelto di intraprendere sia troppo lunga, troppo perigliosa ed in definitiva troppo pesante per le proprie gambe.
Quindi attendevo, prima di scrivere un nuovo post; volevo che il restyling fosse ultimato o, semplicemente, temporeggiavo.
Poi mi è caduto lo sguardo su un vecchio libro che avevo letto anni fa, sul pensiero di Confucio e la Via del Giusto Mezzo.
Ed ho avuto la più semplice e sconcertante delle rivelazioni: una volta che decidi di metterti in cammino, accontentati di camminare. L'ansia dell'arrivo fa più lontana la meta e toglie piacere al viaggio.