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21 aprile 2013

Lean Startup Machine 2013 in London (ovvero, "Come tutto torna")

Mi trovo in questi giorni a Londra, con alcuni colleghi di Cubeyou, per un workshop sul metodo Lean Startup; ovvero, come validare (o invalidare) facilmente e velocemente una nuova idea di business.

Il corso è molto interessante ed è completamente basato sull'applicazione diretta delle tecniche di validazione delle assunzioni sottese all'idea di business.
Il motto del metodo è: Fail Fast. Succeed Faster.

Ero venuto a Londra con l'idea di validare l'idea di creare una Borsa Rifiuti (Waste Exchange), ma poi mi sono ritrovato a lavorare su un altro progetto che è comunque sempre strato tra le mie priorità: una piattaforma per realizzare una democrazia partecipata.

Il punto è che non pensavo potessi mai avere un "engagement" così intenso come quello che sto vivendo a causa delle vicende d'Oltremanica (viste della parte opposta, ovviamente).
Proprio in questi giorni si sta ancora consumando il più basso esempio di distanza della classe politica italiana dalla volontà popolare. Le elezioni del Presidente della Repubblica Italiana sono la prova che i partiti non hanno minimamente considerazioni delle manifestazioni di dissenso espresse dai cittadini.

Ed ecco che veniamo al workshop.
In queste ore stiamo validando l'idea di una piattaforma che consenta feedback diretti ai governi durante il processo legislativo. Se qualche lettore volesse partecipare, può registrarsi a questo link (ancora per poche ore): http://bit.ly/public-democracy.
Ok, ce ne sono tanti di siti web che provano a creare spazi di discussione politica, ma questo è solo un esempio per approfondire il processo di validazione. Il punto è che queste piattaforme rimangono inascoltate. E che l'intera classe politica italiana (e anche molti elettori) non conosce lo slogan di Lean Startup Machine:

FAIL FAST. SUCCEED FASTER!

Bisogna sbagliare e ammettere il fallimento velocemente, se si vuole avere successo più velocemente. Questa è il nocciolo di quello che sto imparando qui, ed è quello che la dirigenza del Partito Democratico avrebbe dovuto sapere per non incorrere in continui fallimenti dovuti alla "persistenza nell'errore".

Gli elettori "affezionati" hanno sbagliato a votare Bersani, Bersani ha sbagliato a non dimettersi dopo il risultato delle elezioni, ha sbagliato nel fare di tutto per ottenere un incarico di governo, ha sbagliato a non cogliere al volo la proposta del Movimento 5 Stelle e votare Rodotà alla Presidenza della Repubblica, ha sbagliato a bruciare il povero Prodi per l'ennesima volta ed infine il PD ha sbagliato a riproporre Napolitano, pur di non darla vinta al M5S.
Se solo ci fossimo fermati al primo fallimento, quanti disastri si potevano evitare!

La classe politica italiana avrebbe bisogno di un workshop qui...