A Nashville, patria della musica Country, ho capito che il Country non e' solo un tipo di musica, o un modo di essere... per alcuni e' una religione! C'erano locali con un' ambientazione da Far West, dove senza il cappello a falde larghe dei cowboys ti sentivi come un pesce fuor d'acqua.
A Knoxville, visitando l'ennesimo centro commerciale (la Mall, you know?), ho capito che l'America senza uno sfrenato consumismo interno non esisterebbe. E Dario, dando un interpretazione socio-culturale, ha identificato nella Mall un archetipo di luogo di incontro, quello che per gli antichi greci era l'Agora'; poiche' e' in questo luogo che gli americani si incontrano, mangiano, vedono film, comprano spendono e spandono (inutile dire che a Ciccio tutto cio' piace da morire).
Presso Durham, dopo avere preso l'ennesimo bicchierone da un litro di caffe', (Bibbitozzo, you know?) per riuscire a fare le ultime duecento miglia che ci dividevano da Newport News, ho capito che l'America si fonda sugli eccessi. I bicchieri che ci sono qui, spesso riempiti con gassose e zuccherose bevande, sembrano secchielli per champagne. Il grande e' spesso troppo grande, ed inevitabilmente coincide col troppo; logica conseguenza e' lo spreco, poiche' il troppo si butta.
Riassumo quello che ho capito in questo peregrinare per gli States: l'America si fonda sul Bibbitozzo e sulla Mall.
Per evitare che questa venga presa come una mera battuta di spirito, mi ripropongo di scrivere, insieme a Dario, anch'egli convinto sostenitore della suddetta tesi, un prossimo post dal titolo Apologia del Mc Donald.