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26 luglio 2017

Sostenibilità, opportunità ed altre amenità della politicà...

Oggi sono stato a Montecitorio, insieme ad Alessandro Nosei, per parlare di Liquidità Distribuita con l'Onorevole Silvia Fregolent e verificare i margini di un eventuale inserimento di questa proposta di politica monetaria espansiva nel programma del Partito Democratico.

Al netto dei tempi ristretti e della difficoltà di descrivere uno strumento tecnico (e dalle molteplici ricadute nell'economia reale) a chi tecnico non è, l'incontro è stato interessante e mi ha regalato molti spunti di riflessione.

Uno, in particolare, merita di essere condiviso. E riguarda lo spinoso tema "dell'opportunità/sostenibilità politica di un'idea".

Cos'è l'opportunità politica di un'idea da inserire in un programma elettorale? Quando una proposta è "sostenibile" da un partito o un movimento?
Fino ad oggi pensavo bastasse spiegare che l'idea è buona e giusta al proprio elettorato (o a più elettorati, perché nessuno può esimersi dal parlare all'elettore medio - quello che cambia bandiera e decide l'esito di tutte le elezioni).
Se si è idealisti, questo basta, poiché è sufficiente spiegare che il fine è il "Bene Comune" (nonostante questo termine abbia un'accezione variabile, che va dalla visione egoistica "ME E LA MIA FAMIGLIA", all'estremo opposto "TUTTA L'UMANITÀ").
Se, invece, si è più smaliziati, bisogna far capire chiaramente ai propri elettori che l'idea/proposta ha vantaggi, diretti o indiretti che siano, per loro (questo approccio supera il limite logico-lessicale insito nella proposta fatta per il Bene Comune).

Ecco, questa per me è la sostenibilità politica di un'idea.
La Liquidità Distribuita, incidentalmente, risponde ad entrambi i requisiti: giusta sul piano etico, sostenibile e accoglibile da tutti gli elettori sul piano dell'interesse personale (poiché a favore di tutti, universalmente, eccetto forse dei banchieri - intesi come proprietari di banca).

Oggi invece ho capito che la sostenibilità politica di un'idea, per il politico di professione, passa per altri (non necessariamente alti) gradi di giudizio.
Quali questi siano, in parte, ancora mi sfugge. Forse una proposta è sostenibile, e diventa un'opportunità, se è facile da spiegare, se è facile da far accettare ai compagni di partito, se gli altri governi la ritengono accettabile (leggi: conveniente per loro), se non trova obiezioni da parte di nessuna lobby...

Ed io che pensavo bastasse avere una buona ideà.