Cerca nel blog

17 ottobre 2007

Poetry Corner

Da oggi introduco un nuovo tipo di post su questo sito: il Poetry Corner. Il Poetry Corner non è tanto "un angolo della poesia ", come se fosse la rubrica periodica di una qualche rivista; va inteso come il luogo metaforico dove ritrovare la poesia, che spesso non trova spazio nella nostra vita. C'è un posto in Hyde Park, a Londra, dove chiunque può andare e parlare a ruota libera, magari tenendo improbabili comizi sulla fede o sulla politica: è lo Speakers' Corner. Beh, immaginiamo il Poetry Corner come questo virtuale luogo di libertà, dove non ci si vergogna di dire cose inutili... La poesia "l'abbiamo cacciata in un angolo", perché la modernità ci ha insegnato che è inutile, e delle cose inutili si può fare a meno. La società ci ha detto che è un vezzo da deboli, che non fa fatturato e non determina profitto (salvo per gli editori). Cedere al piacere della poesia è un lusso che si può permettere chi ha tempo da perdere. Ma a ben vedere ci si accorge che non è così. La poesia ci insegna a vivere bene, perché ci fa scorgere la bellezza nelle piccole cose, negli insuccessi, perfino nella sofferenza. Leggendo gli scritti di un mio amico, Luigi Sarto, in arte Jack, mi sono accorto che, indipendentemente dalle doti artistiche di ognuno, tutti siamo in grado di apprezzare la poesia. Che la poesia sia quella di un tramonto, quella di un dipinto, oppure quattro versi messi in fila, tutti possiamo concederci una passeggiata nell'angolo dimenticato della nostra emotività. Dal punto di vista dell'organizzazione di questo sito, sarà possibile richiamare tutte le poesie pubblicate, utilizzando l'etichetta a fine post chiamata appunto Poetry Corner. E inizio proponendo un classico, una di quelle poesie che è stata parte della mia filosofia di vita per anni.

LENTAMENTE... di Pablo Neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.