Sto leggendo un libro davvero interessante, circa il '68 a Trento.
"Vietato Obbedire" è una entusiasmante ma disillusa ricostruzione di quei mitici anni, scritta da Concetto Vecchio.
Leggere la storia della nascita della facoltà di Sociologia a Trento e le vicende dei lunghi periodi di contestazione, mi ha fatto ricordare emozioni provate a Pisa, quando la militanza nella rappresentanza studentesca assorbiva moltissimo tempo.
La prospettiva temporale mi aiuta a vedere tutti gli errori di tanta dedizione, ma anche a capire quanto sono stato fortunato ad avere dei compagni con cui condividere un periodo in fondo bellissimo ed irripetibile.
Anche qui a Trento, non potendo rinnegare la mia natura, mi sono imbarcato in una nuova campagna di critica al sistema. Questa volta lo sfogo è stato contro Banche e Sindacati, che qui in Trentino stanno trattando in maniera monopolistica il mercato della Previdenza Complementare. Ho scritto una lettera ai giornali regionali, che dopo appena due giorni è stata pubblicata.
Venendo da esperienze decisamente positive di collaborazione con i Sindacati (in Toscana), mi ha sorpreso il tipo di agire degli stessi qui in Trentino Alto Adige.
In ogni caso mi sento ogni giorno più stanco, quindi farei bene a lasciar perdere di combattere contro i mulini a vento.
In fondo al cuore, però, rimane la convinzione che bisogna dare il nostro contributo sempre, ed in tutti i campi in cui ci troviamo ad agire, per cambiare la società. Come diceva Mauro Rostagno, uno degli studenti più impegnati durante il '68 a Trento: "Noi non vogliamo trovare un posto in questa società, ma creare una società in cui valga la pena trovare un posto".