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24 ottobre 2006

Dal Big Bang ai Buchi Neri

Ieri sera mi sono finalmente fatto coraggio ed ho rivolto la parola al Professor Hawking. Dopo ormai quattro mesi passati al Gonville & Caius College, il nuovo Fellows' Butler, mi ha presentato a Stephen Hawking, alla fine della cena dei Fellows. Non che sia stato possibile "conversare", poiche' gli serve molto tempo per comporre le frasi al computer e poi farle ripetere dal sintetizzatore vocale, ma mi ha fatto davvero piacere poterlo conoscere. E' sempre accompagnato da un'infermiera, che lo imbocca per aiutarlo a mangiare, e ormai non puo' compiere alcun movimento. Il computer che ha montato sulla sedia a rotelle prima era comandato da un leggero movimento della mano; ora non riesce a muovere nemmeno un dito, e mi e' sembrato di capire che utilizzi un lettore della retina per selezionare le parole che intende utilizzare per comporre le frasi. In pratica utilizza il movimento degli occhi, l'unica cosa che ancora riesce a muovere. E' cosi' strano vedere uno dei piu' grandi cervelli del nostro tempo imprigionato in un corpo che non gli risponde piu'. Per quello che e' possibile percepire dall'espressione del suo viso, pero', non e' mai triste, e cerca con tutte le sue forze di condurre una vita normale, continuando ad insegnare (ovviamente prepara le lezioni con l'assistente) e a frequentare le riunioni dei Fellows. Qualche giorno fa avevo iniziato a leggere il suo libro piu' famoso A Brief History Of Time, noto in Italia maggiormente come "Dal Big Bang Ai Buchi Neri". Avevo letto molti suoi articoli in passato e anche parti di questo libro, ma leggerlo in lingua era un'esperienza che volevo fare. Avendolo con me, ieri, gli ho chiesto un autografo. Sapevo che a volte lasciava volentieri la sua impronta digitale, ma mai mi sarei aspettato che mi lasciasse anche una dedica! Lui l'ha formulata a computer e la sua assistente l'ha scritta sul libro, aiutandolo poi a mettere l'impronta del suo pollice destro. La dedica dice "To boldly go where StarTrek fears to tread". Pur non conoscendomi per nulla, mi e' sembrato mi avesse letto dentro...