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28 agosto 2016

L'applicazione a livello regionale della Liquidità Distribuita e le Variabili di Controllo

Quando avvengono tragedie come quella del sisma che ha recentemente devastato diversi comuni del Centro Italia, mi assale sempre un senso di impotenza che riesco a mandar via solo se trovo una risposta, quale che sia, alla domanda: io cosa posso fare?
Non cosa può fare lo Stato, la Protezione Civile o, peggio ancora, "cosa avrebbero dovuto fare". Ma io, oggi, cosa posso fare?
Non sempre trovo risposte che riesco subito a mettere in pratica. E qualche donazione non basta a lavare la coscienza per lo stato di inazione.

In questa specifica occasione, ho sentito che dovevo continuare a lavorare per la divulgazione della teoria della Liquidità Distribuita.
Non è una scelta di comodo scrivere un post invece di partire per spostare le macerie, anzi. Ho passato la scorsa settimana pensando a che senso avesse parlare di economia, quando il dolore è qualcosa che trascende lo scibile e investe ogni sfera dalla nostra precaria e fragile umanità, qualcosa che è meglio affrontare col silenzio che con la parola.
Detesto inoltre le pratiche di click-baiting (che pure ci è toccato vedere in questa tragedia), per cui non volevo proprio scrivere un post sul terremoto.
Ma alla fine ho capito che i miei fantasmi non li potevo scacciare se non facendo quello in cui credo.
E in un'economia più giusta e solidale ci credo.

La "visione" ricorrente che ho avuto, in questi giorni di notizie drammatiche, è quella di un mondo dove la solidarietà è sistemica e non occasionale ed emotiva, è frutto di politiche lungimiranti, non della drammaticità delle sequenze che passano alla TV.
Questa idea di solidarietà sistemica richiederebbe il ripensamento del sistema economico nella sua interezza, ma ci sono strumenti che possono essere usati già da subito, come gli incentivi fiscali previsti dalla Liquidità Distribuita e il loro meccanismo di attribuzione.
Gli incentivi servono a creare economia reale, perché non basta ricostruire gli edifici, se non li si popolano di proficue attività economiche, di persone che trovano senso e benessere nel vivere in un certo luogo.

Sebbene la proposta della LD nasca per innescare meccanismi sovranazionali di solidarietà e bilanciamento (in particolare pensando alla situazione dell'Unione Europea), può essere applicata anche a livello regionale per gli squilibri economici dentro la stessa nazione. Nella formulazione matematica dello Stimolo Monetario totale, inoltre, è prevista una quota destinata agli interventi regionali:

«[...] Ogni paese avrà una quantità di moneta proporzionale alla grandezza economica (D) per l’entità dei suoi problemi (S). Questa quantità verrà divisa proporzionalmente alla grandezza economica (PIL) e la performance (Reverse Spread) di ogni paese del sistema.
Nel risolvere l’equazione, inoltre, anche gli stati stessi (tranne il meno performante) avranno a disposizione uno stock di moneta, da utilizzare per l’applicazione della politica di Liquidità Distribuita per la compensazione delle aree economiche nazionali a livello regionale
(dal libro Liquidità Distribuita, Alessandro Nosei, Edizioni Italia 2016)

In un'altra sezione del libro si parla dell'applicazione della LD in nazioni colpite da catastrofi naturali, il cui Spread va puntualmente fuori controllo se manca una meccanismo automatico di sostegno all'economia locale.

Ne consegue che è teoricamente possibile per gli stati dotarsi di questo strumento di creazione di economia reale, anche a prescindere dal fatto che lo Stimolo Monetario venga dalla stampa di nuova moneta (non possibile per l'Italia, né per gli altri stati membri dell'UE).
Lo Stimolo Fiscale in questi casi (non lo chiamiamo monetario, per evitare fraintendimenti) dovrebbe essere una voce a bilancio dello Stato, con regole di attribuzione alle località colpite da calamità naturali.
Si tratta quindi di destinare delle risorse certe agli incentivi fiscali per la creazione di offerta (detassazione utili per imprese che investono sul territorio colpito dalla calamità) e domanda (rimborso IVA per consumi di privati fatti tramite moneta elettronica).



Ad esempio, gli incentivi alle imprese (italiane) per gli investimenti di lungo periodo potrebbero riguardare le province di Rieti, Ascoli e L'Aquila. O anche solo i comuni colpiti, per meglio concentrare le risorse sulle aree più svantaggiate.

Vanno pensate delle Variabili di Controllo che consentano una modulazione della politica di incentivazione fiscale, sia a livello di "intensità" (quantificazione delle risorse a disposizione), che di durata (una variabile temporale che concentri o dilati la validità degli incentivi). Ci vogliono inoltre Variabili di Controllo per "localizzare" gli interventi (ad esempio maggiori risorse per le imprese locali e minori per quelle che vengono ad investire da fuori comune, provincia o regione).

Le Variabili di Controllo servono alla LD anche a livello di teoria generale applicata all'economia comunitaria (sostituiranno il famigerato "Tasso di Interesse", praticamente l'unica leva, ad oggi, in mano alla BCE), ma è un ambito di ricerca aperto, sul quale c'è ancora da studiare. 

Sicuramente le ultime voci di una richiesta all'Europa, da parte dell'Italia, di flessibilità sui propri conti per gli interventi di ricostruzione nelle zone terremotate, fanno venire qualche mal di pancia a chi pensa che un principio cardine dell'UE sia proprio la solidarietà fra stati. Non è infatti previsto un meccanismo automatico di flessibilità sugli investimenti per la ricostruzione (se non quando è a rischio la tenuta industriale del paese che ne fa richiesta). Come a dire, aiutiamo solo chi genera PIL, il resto non conta.

Quello che invece l'adozione della Liquidità Distribuita potrebbe portare in Europa è un nuovo modo di pensare gli aiuti: incentivi automatici e regolamentati a livello di sistema economico comune. Non perché "servono" al PIL europeo, ma perché "sono giusti". 
Anche se, come spiegato in un altro post, con la LD c'è sempre un ritorno diretto sul PIL dello stato oggetto di aiuti e dell'UE nel complesso (e questo lo ribadisco perché, ahimè, nelle scelte economiche guida sempre l'interesse del singolo attore, sia esso uno stato, un'impresa o il privato cittadino).

Si potrebbe quindi arrivare all'istituzione di un ulteriore Stimolo Monetario (chiamiamolo ipoteticamente SMC, ovvero Stimolo Monetario per Calamità) destinato agli investimenti degli stati membri sui territori colpiti da disastri naturali. Lo SMC (che in questo caso potrebbe essere generato, come previsto dalla LD, con emissione di nuova moneta) sarebbe ulteriore a quello destinato al bilanciamento del sistema (per le differenze di Spread fra stati) e potrebbe diventare un'altra Variabile di Controllo in mano alla BCE per aiutare l'economia reale degli stati membri. In questo caso i beneficiari degli incentivi fiscali sarebbero le imprese e i cittadini degli stati membri (secondo le formule previste dalla LD), ma i beneficiari ultimi risulterebbero le comunità locali colpite dal disastro.

Insomma, se c'è una cosa interessante di questa terribile invenzione del genere umano, la moneta, è che, per sua natura, è Liquida. E allora lasciamola fluire!
Lì dove serve.