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17 settembre 2008

Pensieri Spettinati

"Amo leggere la vita di alcuni santi partendo dalla fine; ricomincio a sperare che qualcuno possa tornare ad essere uomo."
Stanisław Jerzy Lec

2 settembre 2008

L'arte che non capisco

Ho sempre pensato che l'Arte fosse qualcosa che servisse a comunicare... e che lo facesse con stile; insomma, che l'opera d'arte dovesse essere bella. Per quanto la bellezza sia ritenuto un concetto relativo, sono propenso a credere che sia in qualche modo possibile oggettivare una serie di fattori estetici; per cui una Venere di Milo o un Discobolo di Mirone possono presumibilmente apparirci belli, per la proporzione delle forme, per l'espressività dei soggetti oppure, come nel caso di opere un po' più moderne, perché ci emozionano. Non chiediamo infatti ad un tramonto impressionista di essere una copia perfetta di quello reale, ma di comunicarci "l'impressione" che dà la luce del sole in quel particolare momento della giornata,... vogliamo provare sensazioni, emozioni. Oggi ho visitato con Maria Giovanna la mostra Manifesta7, Biennale Europea di Arte Contemporanea, e non ci ho capito niente. O meglio, qualcosa ho capito, ma senza provare una reale partecipazione emotiva all'esperienza artistica, ed in fin dei conti senza trovare una sola opera d'arte che fosse positiva, o che fosse semplicemente "bella". Nelle opere esposte qui a Trento c'è una sovrabbondanza di negatività, di critica sociale, di caricature del reale parossistiche che, oltre a rendere l'esperienza della visita alla mostra quasi spiacevole, non lasciano dentro nessuna nuova ed illuminante consapevolezza. Quando, diversi anni fa, con alcuni amici creammo un piccolo gruppo di appassionati d'arte, chiamato Concept Art Society, scrissi che l'arte moderna doveva ritornare al principio fondante: "doveva comunicare". Ma non solo: doveva essere esteticamente convincente, altrimenti anche un ciclostilato sarebbe arte! Più del 60% delle installazioni che ho visto oggi alla mostra erano audio-visive. La maggior parte consisteva in video-proiettori o maxi-schermi che ripetevano cortometraggi su diversi temi, ma tutti con il minimo comune denominatore della pesantezza dei contenuti. Per rendere la cosa interessante mi sono messo a comporre quadri giocando con le ombre.

La cosa che proprio non capisco è perché gli artisti moderni sembrano conoscere come unico mezzo di espressione quello cinematografico, mentre si vanno sempre più dimenticando le nobili arti della pittura e della scultura. Possibile che oggi per fare arte bisogna impressionare il pubblico con video agghiaccianti?? C'è una sorta di gusto barocco nel voler stupire a tutti i costi; ma del barocco manca ogni ricerca di forma e bellezza. O forse quella a cui assistiamo è un'evoluzione necessaria dell'Arte. Ma, francamente, non la capisco.