Cerca nel blog

29 novembre 2007

La consapevolezza che ti può cambiare la vita

"Ogni giorno sei messo alla prova, e quello che hai vissuto ti fa credere di aver diritto ad un risarcimento. Ma bisogna fermarsi in tempo. Allora ti lasci sorprendere da gesti inaspettati, apparentemente piccoli, ma pieni di nuova consapevolezza che ti può cambiare la vita."

dal film Nero Bifamiliare di Federico Zampaglione

Christmas Time


Sono a lavoro. Mi concedo una pausa.
Qui a Trento sono venuti per qualche giorno i miei genitori, e mio fratello che rimarrà qualche mese.
In famiglia si apprezza di più quest'aria natalizia che si va diffondendo per la città. Tra mercatini, addobbi, luci, vin brulé e dolci tipici è impossibile rimanere indifferenti.
E' già Natale. E domani sarà già passato.

27 novembre 2007

A joke on more: I due mendicanti

Due mendicanti sono seduti uno accanto all'altro in una strada a Roma. Uno tiene davanti a sé una croce, l'altro la stella di Davide. In molti passano e guardano i mendicanti, ma lasciano i soldi solo cappello del mendicante che siede dietro la croce. Un sacerdote passa, si ferma, e osserva le numerose persone che fanno la carità solo al mendicante seduto dietro la croce, mentre che nessun dà i soldi a quello con la stella di Davide. Dopo un po', il sacerdote si avvicina al mendicante dietro la stella di Davide e gli dice: "Povero te! Ma non capisci? Questo è un paese cattolico, questa città è il centro del cattolicesimo. La gente non ti darà dei soldi se siedi con la stella di David davanti a te, soprattutto se hai accanto un mendicante con una croce. Anzi, può darsi che diano dei soldi a lui per dispetto a te!" Il mendicante dietro la stella di Davide ascolta il sacerdote; poi si gira verso il mendicante con la croce e dice: "Moishe, guarda chi cerca di insegnare marketing ai fratelli Goldstein."

25 novembre 2007

Un anno fa lasciavo Cambridge


E' esattamente un anno che ho lasciato Cambridge.
Dopo 5 mesi di vita anglosassone, la mattina del 25 novembre del 2006 facevo le valige in gran fretta (causa una notte di addii molto lunga) e prendevo l'aereo da London Stansted per Roma.

E' solo un caso che si siano succedute, nelle ultime settimane, molte riflessioni più o meno malinconiche circa lo scorrere del tempo. Ma le date impongono di fermare la mente, e di volgersi indietro.
In un anno sono successe davvero tante cose.
Ho cambiato università e facoltà, ho iniziato a lavorare, ho comprato casa, ho vissuto tra Cles, Rovereto e Trento per mesi, prima di trovare fissa dimora; in questi mesi ho mangiato scatolette e pane per toast, e ho viaggiato anche 4 ore al giorno per raggiungere il luogo di lavoro o tornare al mio giaciglio; ho conosciuto molti nuovi amici, ho fatto qualche viaggio interessate, ed anche "IL viaggio", quello negli Stati Uniti d'America.

Sì, un anno intenso. Ma quello che rende insopportabile il peso dei ricordi, sono tutte le persone fantastiche che ho conosciuto e poi perso lungo la strada. Tutti gli amici che sento sporadicamente e che hanno ognuno la propria vita e la propria storia, di cui io forse non saprò mai niente.
A loro voglio dedicare questi fiori.

Questa foto l'ho scattata la mattina del 25 novembre di un anno fa, quando mi sono svegliato e sono sceso nella common room della casa di Cambridge in Upper Gwydir Street, n° 8. Per capire cosa significano questi fiori bisogna andare indietro di circa 18 ore, al 24 novembre 2006.

Al College Gonville and Caius, durante una festicciola di addio organizzata dai miei amici, Martin, un ragazzo con alcuni problemi relazionali che lavorava come factotum nella Pantry, mi aveva regalato una pacco di fori di plastica, confezionato da lui stesso. Martin era molto timido, visto che in 5 mesi l'avevo sentito parlare per più di un minuto solo tre volte. In due di queste stava cantando una canzone. Il suo, quindi, era un gesto di amicizia inaspettato, molto gradito, ma mi metteva in difficoltà, perché certo non avrei potuto viaggiare con quell'enorme pacco pieno di fiori in aereo. Nonostante ciò mi dispiaceva dover lasciare il ricordo del piccolo Martin.
A risolvere il tutto ci pensò Atas, il mio amico lituano. Tornati dal pub dove avevo dato l'addio alla birra inglese, Atas aprì lo scatolo di plastica trasparente e distrusse la composizione di Martin, sparpagliando i fiori in giro per la casa. Mi disse che quello era il modo migliore per trasmettere gioia a tutti i miei coinquilini e dare un senso al regalo di Martin.

In effetti, la mattina dopo, quando scesi a prepararmi un tè forte per svegliarmi del tutto ed iniziare a fare le valige, la vista dei fiori per tutta la casa fu un'emozione stupenda. La luce che filtrava dalla porta-finestra della common room accentuava il colore dei fiori, trasmettendo un'aria di festa e di armonia che mai mi sarei immaginato di provare il giorno della partenza.
Quei fiori mi ricordano Martin, Atas, Jane, Michael, Reyhan, Vlasta, Armando, Rudi, Sandra, Conci, Costanza, Silvia, Savio, Marcello, Sevan, Paolo, Anna, Federica, Francesco, Sun, Mun, Dushyanth, Julien, Simon, Nicky, Lorenzo, Pablo, Romilda, Vincent, Joao, e tutte le persone che ho avuto la fortuna di conoscere, anche se ora sono lontane.
Vi dedico questi fiori.

24 novembre 2007

Nuova sezione del blog: Funny Jokes

Su input di Lorenzo Pessa, che mi ha inviato la seguente barzelletta in toscanaccio stretto, apro una nuova sezione del blog, ... per ridere. Perché ridere è forse una delle poche cose che vale la pena fare in qualsiasi momento della giornata. Perché ridere è contagioso e si migliora di conseguenza l'ambiente in cui viviamo. Perché ridere fa bene al cuore. Un piccolo cammellino va dal cammello babbo e gli dice: "O' babbo, certo che noi 'hammelli siamo proprio brutti, 'on questi baffacci sul muso..." E il babbo: "Ma il che tu va' a dire, bischero! Brutti i baffi??? Quando tu 'ssei nel deserto, ci sono le tempeste di sabbia e tutti l'altri animali moiano soffocati. Noi ciabbiamo 'baffi, che filtrano l'aria e si 'ampa lo stesso!!!" Il cammellino: "Già, un ci avevo mica pensato....ganzo!" Dopo un po' torna il cammellino e dice: "Certo Babbo, e vero la tempesta di sabbia e' baffi...però noi 'hammelli e siamo brutti lo stesso, bada te che piedoni lunghi e larghi cha ci s'ha!". Il babbo: "cosa???!!! Brutti i piedoni?? Allora tu' se' proprio Bischero! Quando nel deserto l'altri animali affondano nella rena, e 'un riescano a arriva' all'oasi e tirano 'l calzino, noi 'ammelli ci si 'ammina proprio bene e si 'ampa!" Il cammellino: "Te tu ha' ragione, Babbo! E' vero....un ci avevo pensato neanche!" Dopo un altro po' il Cammellino: "Oh babbo, si, 'apisco le tempeste, l'oasi, i piedoni, 'baffi che filtrano. Però noi 'hammelli, hai voglia di dì, e siamo brutti davvero, con queste du' gobbacce!!" E il babbo: "Oooh nini! Che tu vo' dire??? Brutte le gobbe??? Quando nel deserto l'altri animali moiano di sete perche 'un si trova l'acqua, noi nelle gobbe ci abbiamo la riserva d'acqua! E noi si 'ampa!!!" Il cammellino: "Te tu ha ragione un'altra volta! 'un ci avevo pensato." Alla fine torna il cammellino dubbioso e dice: "Certo babbo io 'apisco tutto. La riserva d'acqua nelle gobbe, le tempeste di sabbia, i piedoni, ma mi spieghi una 'hosina, allora?..." "... Che 'azzo ci si fa noi allo zoo di Pistoia??!!"

18 novembre 2007

Nuova impostazione grafica del Blog

Ormai questo blog ha più di un anno e mezzo di vita e, a breve, entrerà nel 2008. Visto il numero sempre maggiore di posts, si rende necessaria un'archiviazione dei contenuti per anno. Da oggi, quindi, nella barra destra dello schermo ci sarà l'archivio dei posts organizzato per anni; sarà comunque possibile aprire o chiudere la classificazione per mesi e per titolo. Spero, poi, di trovare il tempo per migliorare un po' la grafica e aggiungere qualche altra funzione.

Il tempo circolare secondo Tiziano Terzani

"L'inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un'illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c'è progresso. Non c'è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono. "

(da La Fine è il mio Inizio di Tiziano Terzani)

11 novembre 2007

Un Altro Mare - By Tiromancino


Se te ne vai
Io resterò
A difendere
L’idea di noi
Che
vedevamo crescere
Quasi all’improvviso
Tu vuoi riflettere
Su ciò che
è stato
E poteva essere
Stare qui
Non fa bene neanche a te

Dovunque andrai
Arriverò a riprenderti
Perché tu sai che non ho
Intenzione di perderci
Forse come uomo
Potevo fare meglio
Però
gli errori
Si commettono per sbaglio
E ora so
Che da qui ripartirò
cosi
Guardando sopra la mia testa
C’è un altro mare
Se chiudo gli
occhi
Riesco a immaginare
Oltre il volo degli uccelli
E degli aerei
Giorni lontani
Di noi domani

Non mi fa paura
Il tempo che
corre
E mi porta lontano
Le cose che amiamo
Perché so
Che voglio
inseguirle
Per questo vivrò
Guardando sopra la mia testa
C’è un
altro giorno
Che ha cancellato tutto
Il buio in un secondo
E ora
vedo
Il tuo sorriso
Sono sicuro
Sarà bellissimo il futuro
Se
guardo sopra la mia testa
C’è un altro mare
Chiudendo gli occhi
Riusciamo a immaginare
E oltre il volo degli uccelli
E degli aerei
Giorni lontani
Di noi domani

10 novembre 2007

II TEMPO... (Secondo Tempo)

Ritorno a parlare del Tempo, perché mi era sfuggita una perla di saggezza dell'ormai noto filosofo contemporaneo Francesco Veltre.


Una notte, d'estate, io e Ciccio eravamo seduti fuori uno squallido motel ad Oklahoma City, sorseggiando una birra presa poco prima in uno di quei negozietti aperti 24 ore su 24, la cui vacazione sociale è creare americani felici (perché ubriachi).
Si era ormai quasi al termine del nostro lungo viaggio per gli Stati Uniti ed era tempo di immalinconirsi. Riflettevo sulle nostre diverse esistenze, così mutate nel giro di pochi anni.
Ad un certo punto, volendo come trovare un inizio dei nostri cambiamenti più significativi, quelli che ci avevano reso dei viaggiatori sognatori, quelli che ci avevano allontanati ormai da molto tempo dai nostri paesi di origine, mi girai verso Ciccio e gli chiesi: "Quand'è che siamo diventati quello che siamo diventati?"
Con qualche secondo di esitazione, continuando a fissare le luci della città, il Saggio mi rispose: "In questo momento".


Eraclito, più di duemila anni fa, diceva che non ci si bagna mai due volte nella stessa acqua di un fiume.
Ogni nostro istante non è mai uguale all’altro e noi non siamo mai gli stessi da un istante all’altro, da un tempo all’altro. Tutto cambia dentro e fuori di noi, anche se non sempre riusciamo a percepire questo continuo cambiamento.

La portata di questo concetto mi colpì come un cazzotto in pieno volto quando Ciccio mi diede quella lapidaria risposta.


Il vento ha spogliato il piccolo albero di ciliegio che ho sul balcone di casa. Poche settimane fa, era ancora verde; e solo ieri aveva ancora tutte le foglie, seppure ingiallite.


E' un sabato di solitudine e mi andava di scrivere. Fuori è freddo, e non voglio uscire; è brutto tempo.