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3 marzo 2007

Le radici artificiali

In questi giorni, a Trento, ho meditato sul "perché" delle mie ultime scelte.
Ieri ho svolto e superato l'esame ISVAP per l'iscrizione all'albo dei Consulenti Assicurativi e Finanziari, la settimana prima ho firmato il compromesso per l'acquisto di un appartamento, e tra un po' inizierò anche l'avventura universitaria qui.
Quando mi guardo dall'alto, non mi riconosco. Nel senso che, in fondo in fondo, sento di fare qualcosa non proprio consono alla mia natura. Mi sento portato per una libertà assoluta, senza vincoli o legami che possano limitare la mia voglia di fare e conoscere. Eppure ho intrapreso una strada diversa. In effetti, mi sono reso conto che quello che sto facendo è un po' un pormi dei limiti, dei paletti, delle radici in un luogo ed un contesto, in modo da poter contenere questo spirito peregrino che mi ritrovo.

Anche se distante dal mio paese, qui ho sempre l'opportunità di incontrare i miei amici e parenti. Qualche settimana fa sono saliti i miei genitori, la settimana prima era venuta mia cugina Ada da Roma, e tra qualche giorno spero di riuscire ad andare a trovare un amico a Venezia.
Insomma, queste occasioni di incontro ripagano ampiamente delle rinunce fatte.
Ma quanto può durare ciò?