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31 dicembre 2006

Buon anno

Sto partendo per Roma, finirò l'anno lì.
Chissà perché Capodanno ha per me il sapore nostalgico del tempo dei bilanci. Più che un guardare avanti al nuovo anno è un guardare indietro all'anno appena trascorso, analizzarne fallimenti o successi, esperienze o mancate opportunità.


La settimana scorsa sono stato per due giorni a Perugia, città davvero bella, che non avevo mai visitato bene prima di allora. La riflessione che più e più volte mi veniva da fare era pressappoco questa: "Chissà quanti altri magnifici posti ci sono in Italia e nel mondo come questo, ed io non li vedrò mai".

La presa di conoscenza dell'oggettiva impossibilità di vedere e conoscere il vedibile ed il conoscibile, mi ha dato una certa pace interiore, come se d'un tratto avessi capito quanto inutile e dispendiosa sia questa smania di viaggiare, scoprire, ritornare.

Quindi forse il bilancio di quest'anno non sarà poi così negativo; non perché abbia visto e viaggiato a sufficienza, ma perché mi accontenterò del fatto, senza l'ansia del futuro, né rimpianti per il passato.
Ed ora devo iniziare a convincermi di quello che ho appena detto.
Buon anno. E buon vento.


17 dicembre 2006

Il presente assente

E' ormai più di una settimana che Francesco ed Atas sono andati via. Abbiamo passato un fine settimana intenso e bello.
Stare con loro, confrontarmi con le loro diverse sensibilità, mi ha fatto capire quanto sia importante avere amicizie e fare conoscenze ben oltre il nostro consueto campo di vita.
Atas, in particolare, ha fatto un elogio del socialismo incredibile... lui che l'ha vissuto fino all'età di sedici anni, periodo in cui la Lituania si staccò dall'URSS.

Ora che i giorni mi concedono qualche attimo in più per pensare al futuro, mi accorgo di sbagliare, poiché rifuggo il presente.
Da tale parossistica situazione nasce il mio turbamento.
Il WWT è definitivamente accantonato, a causa (o per merito) dei miei genitori. Di tornare a Pisa non se ne parla per il momento.
Scelta ragionevole mi sembrerebbe fare Economia a Trento.
Ma è ragionevole?
Ho mai fatto scelte ragionevoli negli ultimi 10 anni?
E poi cosa significa ragionevole?

6 dicembre 2006

L'invasione pagana


Domani verrà a trovarmi, e si fermerà per qualche giorno, Francesco Ragonese, detto anche, per motivi che non sto qui a raccontarvi, "Virus".
La prima settimana a Cambridge, nel lontano Giugno di questa estate, sono stato a casa sua, dormendo a volte anche in tre, in una stanza di un metro per 2. E' un personaggio mitico, che ho conosciuto lungo il Cammino per Santiago de Compostela, e che dopo una vita di vagabondaggi si ritrova a fare il professore in una amena scuola media di Conegliano Veneto.
Dopodomani si unirà a noi Atas, nostro comune amico lituano, conosciuto in Inghilterra. Verrà anche lui per qualche giorno a stare da me; ha l'aereo che arriva a Ciampino ma non so se riuscirà a raggiungere questa terra lontana, nel Sud del Belpaese...
In ogni caso, se questa improbabile comitiva riuscirà a ritrovarsi, sono sicuro, ci divertiremo un mondo! Nelle ultime e-mails con Atas, l'oggetto era Italy pagan crusade... perché lui ha sempre sostenuto che uno della sua terra, tra le più pagane sulla faccia del globo, senza credi o religioni di alcun tipo, nella cattolicissima Italia ci sta stretto.
I presupposti sono buoni per una maratona di 4 giorni densi di eventi goliardici!

26 novembre 2006

Da Roma

Ieri sera sono arrivato alle 21.40 a Ciampino. Sorpresa delle sorprese ho trovato, insieme a mio fratello Marco, anche Francesco V., che era sceso da Pisa fino a Roma solo per venirmi a prendere all'aeroporto. Questa mattina è già ripartito. Marco ci ha cucinato una cena incredibile, e abbiamo passato la nottata a chiacchierare raccontandoci a vicenda i nostri 5 mesi di lontananza... C'è stata poi la telefonata da Milano Luigi "Sartre", il quale sa essere presente anche a migliaia di chilometri di distanza. E' stato semplicemente fantastico ritrovare mio fratello e i miei migliori amici appena toccato il suolo italiano, proprio quando il piacere del rientro cominciava ad essere offuscato da un noto senso nostalgico, una malinconia tanto poetica quanto triste. Questa ultima settimana a Cambridge è stata bellissima. I miei amici mi hanno organizzato party tutte le sere, e sebbene abbia dormito una media di due ore a notte, sono stato davvero bene. C'è un sole piacevole questa mattina, e Roma sembra più bella del solito. Tra un po' rivedrò anche i miei genitori, ed è una ragione in più per essere felici. Ma al termine di un viaggio, è sempre tempo di bilanci. Pensare a Cambridge, a quei fantastici giorni passati tra musei, Château Lafite Rothchild, libri antichi e amici da tutte le parti del mondo, mi porta ad avere uno sguardo velato di consapevolezza, ogni volta che guardo fuori dalla finestra...

12 novembre 2006

I'll miss this place... as well as now I miss home

Non poteva mancare la foto con Stephen Hawking!
Sarà perché mi sento già in procinto di partire, o perché ormai non ho più alcuna remora ad "osare" sempre, fatto sta che dopo una cena dei Fellows ho chiesto al professor Hawking se potevo avere una foto con lui.
Già mi manca questo posto e le persone che ho incontrato qui; mi manca il freddo, la pioggia della mattina, il vento della sera. Mi manca la mia angusta cameretta, il pessimo caffè del College, le vie affollate del centro il sabato pomeriggio. Non sono ancora partito e già provo nostalgia per tutto questo. Ma è ormai tempo di levare l'ancora e salpare.
...E fermarsi per qualche tempo nel porto natio.

24 ottobre 2006

Dal Big Bang ai Buchi Neri

Ieri sera mi sono finalmente fatto coraggio ed ho rivolto la parola al Professor Hawking. Dopo ormai quattro mesi passati al Gonville & Caius College, il nuovo Fellows' Butler, mi ha presentato a Stephen Hawking, alla fine della cena dei Fellows. Non che sia stato possibile "conversare", poiche' gli serve molto tempo per comporre le frasi al computer e poi farle ripetere dal sintetizzatore vocale, ma mi ha fatto davvero piacere poterlo conoscere. E' sempre accompagnato da un'infermiera, che lo imbocca per aiutarlo a mangiare, e ormai non puo' compiere alcun movimento. Il computer che ha montato sulla sedia a rotelle prima era comandato da un leggero movimento della mano; ora non riesce a muovere nemmeno un dito, e mi e' sembrato di capire che utilizzi un lettore della retina per selezionare le parole che intende utilizzare per comporre le frasi. In pratica utilizza il movimento degli occhi, l'unica cosa che ancora riesce a muovere. E' cosi' strano vedere uno dei piu' grandi cervelli del nostro tempo imprigionato in un corpo che non gli risponde piu'. Per quello che e' possibile percepire dall'espressione del suo viso, pero', non e' mai triste, e cerca con tutte le sue forze di condurre una vita normale, continuando ad insegnare (ovviamente prepara le lezioni con l'assistente) e a frequentare le riunioni dei Fellows. Qualche giorno fa avevo iniziato a leggere il suo libro piu' famoso A Brief History Of Time, noto in Italia maggiormente come "Dal Big Bang Ai Buchi Neri". Avevo letto molti suoi articoli in passato e anche parti di questo libro, ma leggerlo in lingua era un'esperienza che volevo fare. Avendolo con me, ieri, gli ho chiesto un autografo. Sapevo che a volte lasciava volentieri la sua impronta digitale, ma mai mi sarei aspettato che mi lasciasse anche una dedica! Lui l'ha formulata a computer e la sua assistente l'ha scritta sul libro, aiutandolo poi a mettere l'impronta del suo pollice destro. La dedica dice "To boldly go where StarTrek fears to tread". Pur non conoscendomi per nulla, mi e' sembrato mi avesse letto dentro...

20 ottobre 2006

Tornare e' la condizione imprescindibile per ripartire...

Qualche giorno fa ho comprato il biglietto per il ritorno in Italia. Tornero' il 25 Novembre. Non so bene cosa faro', ma tornare e' la condizione imprescindibile per ripartire. Domenica scorsa ho incontrato a Londra un mio zio che era venuto per il fine settimana con la famiglia in Inghilterra. Il piacere di stare con le persone a cui voglio bene, della mia famiglia, ha acuito la nostalgia di casa. Quindi per il momento torno.

11 ottobre 2006

E benche' fossi guardian de gli orti, vidi e conobbi pur l'inique corti...

Oggi ne e' capitata una davvero grande... Ho servito un te' al Principe Filippo (marito della Regina Elisabetta II) e al Primo Ministro indiano! Prince Philip e' Gran Cancelliere dell'Universita' di Cambridge, ed e' venuto nella Old Library del Gonville & Caius College per consegnare la laurea Honoris Causa in legge a Manmonah Singh (Prime Minister of India) . C'era polizia dovunque, e la security personale del Primo Ministro indiano aveva sempre la mano sulla pistola. Lo spazio dove e' avvenuto l'incontro tra il Principe e Manmonah Sing era super controllato, e pochissime persone erano ammesse (basti pensare che il Coffee & Tea che abbiamo servito era per 15 persone soltanto). Per entrare, io ed il Fellows' Butler abbiamo dovuto portare i documenti, oltre a fare una lunga trafila, ma ne e' valsa la pena: la vecchia biblioteca del College e' fantastica, piena di libri antichi (la mia passione!); e poter assistere anche alla formale quanto banale conversazione tra due personaggi cosi' importanti e' stato interessante. Mi e' tornato in mente un passaggio del Canto VII della Gerusalemme Liberata, in cui Torquato Tasso metteva queste parole in bocca ad un vecchio pastore:
"... e vissi in Menfi un tempo, e ne la reggia fra i ministri del re fui posto anch'io, e benché fossi guardian de gli orti vidi e conobbi pur l'inique corti."

9 ottobre 2006

Pensando al rientro (ed ai saggi Zen)

Avrei pensato di tornare in Italia a fine novembre o inizi di dicembre. Non so bene cosa fare, ma essere lontano da casa per quasi 6 mesi e' davvero dura. Soprattutto con i ritmi che ho qui. Il WWT poi sta subendo una battuta di arresto, simile a quella di meta' estate, perche' le aziende contattate hanno tempi di risposta decisamente lunghi. Magari faccio come consigliava Valentina Bonetti, parto in bici... L'impatto ecologico e' praticamente nullo e il contatto con i paesi visitati sarebbe davvero eccezionale. Senza contare che non avrei il bollino di qualche multinazionale sulla maglietta! Ma su questo punto urge una riflessione... Una volta un saggio buddista disse: "Il contrasto che apparentemente percepiamo nel mondo e' solo frutto delle nostre proiezioni mentali. Ma non scordarti che non puo' esisere coerenza nel nostro agire, poiche' c'e' contrasto nella realta' materiale". Contraddicendosi egli stesso, come nella migliore tradizione Zen, forse voleva indicarci un mondo dove non dobbiamo prendere troppo sul serio noi stessi e dove la percezione dell'Uno ci da' la forza per vivere con pienezza i nostri giorni. Questa riflessione l'ho fatta la prima volta che ho contattato una multinazionale e mi sono sentito non pienamente conforme ai miei modi intransigenti nei confronti del Mercato Globale. Essere "sponsorizzati" non rientra nei dettami del Manuale del Perfetto Comunista, ma cio' nonostante sono andato avanti. Ora, a quasi 4 mesi dall'inizio, continuo a credere che essere intransigenti porta solo un senso di frustrazione, poiche' siamo creature destinate ad aumentare il grado di entropia nel cosmo ed in noi stessi.... E' nella nostra natura umana. Pretendere di essere dei purusti di qualsivoglia ideale equivale ad alienarsi. Credo quindi che l'equilibrio sia nel "tendere ad un miglioramento", restando ben ancorati alla realta'. Gli idealismi, spesso, sono sterili. Gli ideali, invece, sono la linfa che spinge gli uomini di buona volonta' a fare grandi cose. Comunque, al di la' di queste vane riflessioni sull'etica dell'agire umano, si e' fatto tardi, e devo riandare al lavoro. Contrasto degno del nostro tempo.

30 settembre 2006

FIAT, capitolo secondo

Dagli inizi di settembre i contatti con la FIAT sono ripresi, ma il WWT nella sua idea originaria rimane troppo lontano dall'essere realizzato. Il principale problema e' sempre lo stesso: la partecipazione attiva dello sponsor. Loro sarebbero disposti a darmi il mezzo per realizzare il viaggio (si è pensato alla nuova Sedici, piuttosto che alla Panda Climbing), ma non hanno possibilità di garantire un supporto tecnico. La cosa quindi ritorna alla situazione di qualche mese fa. Anche con la BMW non trovammo accordi sul tipo di sponsorizzazione che erano disposti ad offrirmi. Il fornire una macchina o una moto, ovviamente, a loro non costa nulla, ma impegnare un po' di risorse per rendere concretamente realizzabile l'idea, gli sembra troppo. Il motivo per cui è indispensabile una forte sponsorship non è legato solo all'aiuto in caso di guasti tecnici, ma anche e soprattutto alla possibilità di entrare in certi stati con dei visti di lavoro; altrimenti in alcuni Paesi è proprio impossibile avvicinarsi con dei visti turistici. Comunque ora non so che strada prendere. Avevo pensato di concedermi un'altra settimana di vacanza, affittando una moto per andare in Scozia e visitare tutta la parte dell'estremo Nord che non ho ancora visto. Ma visti i prezzi penso dovrei lavorare 20 ore al giorno per il prossimo mese... Anyway, we'll see. Take it easy

22 settembre 2006

Di ritorno dall'Ungheria

Ieri sono ritornato a Cambridge dopo il breve soggiorno ungherese. Budapest e' una citta' meravigliosa, piena di fascino. Basta passeggiare lungo il Danubio, o fare un bagno nelle tradizionali terme costruite dai turchi, per sentire il sapore del passato. Si avverte anche una certa freddezza, forse ereditata dal periodo del regime comunista, ma le persone sono disponibili (pur parlando pochissimo l'inglese!). La sensazione di "freddezza" la si prova notando il notevole contrasto tra i palazzi storici, risalenti all'impero Austro-Ungarico, e quelli squadrati ed imponenti, del periodo del regime. Con i miei genitori sono andato poi a visitare il parco nazionale di Bukki-Nemzeti, sulle montagne a nord, a confine con la Slovacchia; ed e' stato interessante vedere anche l'Ungheria dei piccoli paesini, non solo quella delle grandi citta'. Paesini dove trovi ancora per le strade furgoncini di fabbricazione russa, che misteriosamente funzionano bene da mezzo secolo...

11 settembre 2006

Volando sui cieli dell'Africa...

Ho conosciuto un altro personaggio mitico durante questo mio soggiorno inglese: Joao. Portoghese, quarantenne senza famiglia in viaggio da una vita. Gran parte degli ultimi 10 anni li ha passati in Sudafrica, lavorando per diverse imprese di costruzione, come surveyor. In realta' all'inizio non capivo bene di cosa si trattasse (perche' la traduzione italiana e' "ispettore"), ma penso sia uno di quegli specialisti che prendono le misure di edifici, case chiese cose... Ed impianti petrolchimici, soprattutto. Infatti si trova in Inghilterra per lavorare con una ditta che ha un grosso appalto tra le mani in terra inglese. Mentre gli facevo da Cicerone in Cambridge, lui mi ha raccontato le cose incredibili capitategli nei sui viaggi in lungo e largo per l'Africa. Il primo immediato effetto dei sui racconti e' che ho molto meno fiducia di prima nella possibilita' di completare tutte le tappe che avevo previsto per il WWT nel Continente Nero. Il secondo e' che mi e' venuta la paura di volare. Uno studente di Ingegneria Aerospaziale, al quale i sistemi in ridondanza, le norme di sicurezza, i fattori di sovradimensionamento, sono stati insegnati fin dai primi anni, dovrebbe sapere che l'aereo rimane il mezzo di trasporto piu' sicuro... Eppure non e' sempre cosi'!

La maggior parte dellei compagnie aeree africane sono bandite dai cieli europei, ma continuano imperterrite a fornire collegamenti tra tratte interne, con vecchi Antonov guidati da ex-piloti dell'aviazione russa... (quasi sempre accompagnati dalla peggiore vodka di importazione). Gli schianti di queste carcasse volanti sono all'ordine del giorno.

Ma questo non e' tutto! Una volta, Joao era in Mali per fare dei rilevamenti in una miniera. Doveva prendere un volo che collegava il sud con il nord del Mali. Dieci minuti prima della partenza entrano dei soldati armati nell'aereo e dicono a trenta persone (scelte casualmente) di scendere: mostrano un ordine firmato dal "Presidentissimo" in persona! Cosa era successo? Semplicemente si era sotto elezioni ed il presidente, con tutto il suo staff, si stava recando in una citta' del nord per motivi propagandistici; solo che non tutti gli uomini del presidente entravano negli aerei presidenziali... Mi rendo conto che queste cose sembrano assurde, ed invece mi diceva Joao che sono "normali" nei paesi Africani.

A volte penso che il sottosviluppo a cui l'Occidente ha costretto l'Africa sia non meramente ingiusto, ma profondamente crudele. Avrei almeno una decina di altre storie assurde sulle avventure nei cieli Africani di Joao, ma devo scappare; mi devo ancora preparare per il viaggio a Budapest. E speriamo che la compagnia di bandiera ungherese sia un po' meglio...

8 settembre 2006

Prossima tappa... Budapest!

... Solo per qualche giorno, pero'. Partiro' per l'Ungheria per incontrare i miei genitori che sono in vancanza li'. Staro' con loro per poco piu' di una settimana, ma spero basti per allungarmi anche in Romania... In questi tempi di incertezza per il WWT, meglio portarsi avanti col lavoro! Budapest ha tutta l'aria di essere una citta' fantastica, spero sia all'altezza del suo nome.

31 agosto 2006

Vale ed il Bank Holiday

Venerdì scorso, dopo una giornata di lavoro, ignaro di tutto, tornato a casa, trovo Valentina Bonetti! Dopo aver passato due settimane a Londra, sfidando il traffico infernale con la sua bicicletta, aveva deciso di venirmi a trovare (ovviamente senza avvisarmi, come il buon Ciccio prima di lei). Nei giorni successivi, visto che a Cambridge la cosa più ovvia è dedicarsi alle visite culturali, anche con lei siamo andati a visitare musei. Ma mentre il Fitzwilliam la domenica era aperto, il museo delle Scienze Naturali, il lunedì, era chiuso. Vale diceva che era la Scienza Accademica che ci chiudeva le porte in faccia (basta vedere la foto!), ma la realtà era ben più triste: era Bank Holiday. Per chi ignorasse quale grande mistero, nonché sciagura per i turisti, sia il Bank Holiday, dedicherò qualche riga a spiegarlo. In Inghilterra, per indicare i giorni festivi, si dice Bank Holiday. Evidentemente loro sono così materialisti che si rendono conto che è Festa Nazionale, solo perché trovano le banche chiuse. Mica come da noi, che fino a qualche anno fa le banche erano aperte solo 5 giorni a settimana poche ore la mattina! Qui le banche sono sempre aperte, anche di sabato e tutti i giorni fino alla chiusura dei negozi. Quindi lo scorso lunedì 28 Agosto, per gli inglesi, era come da noi Ferragosto. E noi abbiamo vagato per tutta Cambridge, senza poter accedere alle numerose strutture museali gestite dall'Università di Cambridge. Vale è tornata l'altro ieri in Italia (in aereo, non in bicicletta). Maria Giovanna, che era venuta qui ad inizio mese, è rientrata ieri. E Cambridge... rimane un po' più fredda.

11 agosto 2006

Due Universita' a confronto

Dopo quasi un mese e mezzo a stretto contatto con professori e studenti delle universita' inglesi, mi sono fatto un'idea abbastanza precisa di quale sia il livello qualitativo dell'insegnamento universitario a Cambridge... In poche parole: non cosi' eccellente. Credo che l'universita' italiana dia una preparazione di base enormemente piu' ampia, sebbene difficilmente spendibile nel mondo del lavoro. I college di Cambridge sono pieni di vecchi professori che non sanno usare il computer e che sono mantenuti a vita dalle tasse di facoltosi studenti, i quali, una volta all'anno, si degnano di andare ad un loro ricevimento, solo per poter dire di aver visto quel professore o quell'altro. Per chi non avesse idea di come sia il sistema formativo britannico, chiarisco che i college non sono preposti a fornire le lezioni sulle materie che gli studenti devono studiare per ottenere il loro titolo: questo e' compito dell'universita' di Cambridge, che e' molto simile come organizzazione alla nostra (dopo la riforma 509 del 99). Ma ogni professore ed ogni studente deve fare riferimento ad un College, il quale, in sostanza, e' un luogo dove ragazzi che possono permettersi migliaia di sterline di tasse all'anno trovano vitto, alloggio, professori tutor, associazioni varie (dagli Amici della marmotta fino agli atleti della Corsa col sacco) cui iscriversi. La prima impressione e' che sia un bel modo di passare gli anni dell'universita'; la seconda e' che sia un mezzo estremamente dispendioso per educare i giovani. Otre che un sistema autoreferenziale per dare lustro alla propria universita'. Le lezioni a volte sono interessanti. Ma estremamente piatte e poco arricchite dei risultati della ricerca, che pure si fa in Cambridge. Al contrario che in Italia, pero', questa ricerca avviene piu' nell'industria che nei laboratori universitari. Basti pensare che multinazionali come la Microsoft hanno qui importanti Centri di Ricerca. Un caso a parte e l'Anglia Ruskin University, un politecnico dove studiare costa meno, e la qualita' dell'insegnamento e della ricerca e' alta. Ma scordatevi immensi giardini verdi con palazzi cinquecenteschi, o stanze con pannelli in mogano e soffitti a cassettoni... Se solo ci fosse gente con cervello al governo del nostro stato, tanto da capire che la formazione dei giovani e' davvero qualcosa per cui vale la pena di investire gran parte del nostro PIL, il nostro sistema formativo potrebbe essere tra i migliori al mondo.

24 luglio 2006

Il centro del Mondo...

Venerdi' sera, ritornato a casa dopo una giornata passata a Newmarket Races, ho trovato una graditissima sorpresa: Francesco, il mio compagno di casa a Pisa, era li' ad aspettarmi! Ha attraversato mezza Europa su un camion, che l'ha lasciato a Dover, e da li' a preso il treno per Camrbidge... a dir poco epico! E ieri, per ricordare i vecchi tempi e rivedere i posti che ci hanno ospitato per i mesi estivi di circa 6 anni fa, siamo andati a Londra. Ed e' stato bello perdersi nel fascino di una cosi' grande citta', dove ogni strada o monumento ci ricordava un'avventura. Siamo andati perfino all'indirizzo della nostra shared house, in Bravington Road, Queen's Park. Ed i ricordi hanno sempre un sapore agrodolce, perche' la prospettiva temporale distorce o amplifica, atterra e suscita...

21 luglio 2006

Super Marcello e la Cambridge che cambia

La vita a Cambridge e' talvolta sorprendente, si incontranto persone eccezionali... Alcuni giorni fa, lavorando ad Hinxton Hall, ho incontrato un personaggio mitico, Marcello, che dopo aver girato mezzo mondo, dopo una gioventu' di fuoco, ora fa il supervisor nel ristorante di H.H.. Lui e' nato a Cambridge ma il padre e' italiano, e anche lui lo e' nel cuore (tra l'altro ho scoperto che e' stato lui ad accendere i fuochi d'artifico tricolore in Parker's Piece quando l'Italia ha vinto i mondiali). E' sempre di buon umore e riesce a trasmetterlo a chi lavora con lui. A me ha anche insegnato a mangiare durante il lavoro, cosa non semplice, ma decisamente divertente. La vita invece "piu' formale" o normale di Cambridge, in questo periodo, non e' il massimo, poiche' da stupenda citta' universitaria quale e', si trasforma d'estate in centro turistico, ed anche i College quasi diventano strutture alberghiere, ospitando meeting di Big Companies e matrimoni di ricchi, eccentrici, personaggi. Ma per fortuna non mancano conferenze interessanti e musei da visitare, oltre ad una discreta vita notturna che, purtroppo, dati i miei impegni lavorativi e di studio, ancora non mi e' dato di conoscere bene.

17 luglio 2006

Anche la FIAT e' interessata al WWT

Non c'e' modo migliore per raccontare questa nuova notizia circa il Giro Completo del Mondo, che riportare di seguito lo scambio di e-mail avuto con il Responsabile Marketing Italia della FIAT.

Gentile Sig. G., leggo la sua e-mail con notevole ritardo e me ne scuso. Sono attualmente in Inghilterra, a Cambridge, e l'indirizzo che controllo piu' di frequente e' un altro. Gilelo lascio per eventuali future comunicazioni: whole.world.trip@gmail.com (e' una e-mail in fase beta di Google, molto piu' capiente e gestibile, visto che ormai l'impresa sta appassionando molti amici ed ho una corrispondenza molto intensa). Quanto all'idea di incontarci a Torino, per me sarebbe meglio farla se ci sono concrete possibilita' di realizzare una partenership con la FIAT. Attualmente sono a Cambridge per migliorare il mio inglese (sempre in vista del WWT); lavoro e studio contemporaneamente e per me il ritorno in Italia non sarebbe molto semplice (devo prenotare per tempo il volo e avvisare il College dove lavoro); quindi vorrei venire sapendo gia' qual e' l'idea dell'azienda, o piu' propriamente del dipartimento che ha preso in esame il progetto, riguardo al WWT. Potrei venire direttamente portando la seconda versione del progetto, ma penso che la cosa migliore sia redigerla insieme. Voi avrete sicuramente tempi commerciali da rispettare e credo che la pianificazione originaria del Whole World Trip (piu' di 2 anni e mezzo) sia eccessiva e poco funzionale ad una campagna pubblicitaria mirata. A questo si aggiunga che lo scenario internazionale e' in continua evoluzione. Tanto per fare un esempio, pochi mesi fa il Montenegro, con un referendum, ha scelto di essere indipendente, quindi devo aggiungere una capitale alla mia lista! Inoltre, dovrei sapere se siete interessati a lavorare direttamente, come sponsor "attivo", partendo dalla stesura del progetto definitivo, fino alla gestione dei contenuti da veicolare tramite i canali pubblicitari, o se la vostra sponsorizzazione si limiterebbe alla fornitura della Panda 4x4. Se mi da' un cenno positivo ed una rosa di giorni in cui e' disponibile, verro' a Torino quanto prima. Non le nascondo che ci sono altre case interessate alla prima versione del progetto, quella del WWT in moto (credo di avergliene parlato nella mia lettera). Ci sono due motivi per cui pero' ho temporeggiato con queste Aziende. Il primo e' che studiando nei dettagli le situazioni climatiche e le probabilita' di incidenti nei vari stati a seconda del mezzo utilizzato, la moto e' decisamente sconsigliabile. Il secondo e che io sarei molto piu' contento di poter essere sponsorizzato da una casa italiana. Non e' solo una questione affettiva legata alla storia produttiva del nostro Paese, ma anche una fiducia nell'alta qualita' dei mezzi prodotti. Pertanto aspetto fiducioso una sua risposta. Le lascio anche i miei recapiti a Cambridge, qualora avesse necessita' di contattarmi. Mobile Phone: (0044) 07726889990 Address: 8, Upper Gwydir Street Cambridge CB1 2LR -United Kingdom- Cordiali saluti LM >From: "GF" <#######@fiat.com>>To: <new.road@hotmail.it>>Subject: richiesta di sponsorizzazione>Date: Fri, 7 Jul 2006 10:22:07 +0200>>

Buongiorno. In merito alla sua avventura di giro del mondo a bordo di una panda 4x4 presentatami , le volevo innazitutto fare i compliementi per l'iniziativa e per lo spirito soprattutto dell'impresa. Questo spirito è molto in linea con la nuova Fiat che stiamo passo dopo passo cercando di impostare. La sua proposta è interessante quindi le chiedo di incontrarci qui a torino per avere maggiori dettagli ell'impresa.Mi contatti al 011 ######

saluti

G. (Resp. Marketing Italia)

14 luglio 2006

C'era una volta il lavoro tutelato...

Gia', una volta, ora non piu'! Ieri ho lavorato per 16 ore continuativamente, con soltanto una quindicina di minuti di pausa. E' incredibile quello che e' riuscita a creare la macchina capitalista! Mi piace pensare che questo difficilmente avverrebbe in Italia. Invece qui e' perfettamente legale. I sindacati, pur essendo nati in questa terra, ora ne sono stati progressivamente espulsi, in favore di un benessere diffuso nella borghesia inglese, e destinando lavori duri agli stranieri. Negli ultimi tre giorni ho lavorato per una agenzia di catering presso Hinxton Hall, un enorme struttura di ricerca nel campo della genetica. Ho anche avuto modo di parlare con alcuni scienziati (uno svedese, un francese, due italiani) che erano li' per una conferenza. Ma non mi sono fatto un'idea positiva di tanti spropositati investimenti per ottenere "conoscenza" su cui lucrare. Ci vorrebbe un fondo mondiale per la ricerca, con ovvia disponibilita' dei risultati a tutti. Ogni giorno ho davanti agli occhi sprechi di ogni genere, da quelli energetici, a quelli alimentari; tutto perche' poche ricche persone pretendono lussi inutili al solo scopo di spendere il troppo che hanno; intendo dire che se avessero meno non avrebbero alcuna esigenza, ad esempio, di tonnellate di salmone (i 3/4 vanno poi buttati) o di tenere interi palazzi illuminati a giorno anche di notte (pur essendo vuoti). Insomma, mi vado sempre piu' convincendo che questi ritmi, dettati dall'eccessiva disponibilita' di spesa di poche persone, siano assolutamente insostenibili (oltre che ingiusti).

12 luglio 2006

I Mondiali che aspettavamo

“Campioni del mondo!” Lo ha urlato anche Atas, un amico lituano che ho conosciuto qui a Cambridge; in un italiano un po’ stropicciato, ma comprensibile. E un altro ciclo si chiude. Domenica sera mi sono venuti in mente gli europei del 2000, persi immeritatamente con la Francia; io era in Scozia con alcuni amici; attimi di pura sofferenza da perfetti immigrati emarginati. Ora il ciclo si chiude, e ci siamo concessi momenti di gioia puerile... decine di italiani per le strade della città. C' e' stato anche chi ha acceso i fuochi d'artificio tricolore nel parco. Insomma, un Mondiale e' un Mondiale; e seguito lontano dal proprio paese emoziona ancora di piu'!

10 luglio 2006

Due novita' circa questo blog

Da oggi ci sono due novita' su questo sito. La prima novita' riguarda la possibilita' per tutti gli utenti di lasciare commenti per ogni post pubblicato. Questa funzione mi e' stata chiesta fin dai primi giorni da alcuni amici, ma in realta', all'inizio, davvero non pensavo che questo sito potesse sucitare tanto interesse. La seconda e' una triste conferma che prima o poi tutti incappiamo nella macchina capitalista, ed infatti in prima pagina troverete il servizio AdSense di Google. Attualmente i link non sono funzionanti, poiche' voglio selezionare le pubblicita' ammesse (per esempio togliere gli inviti alle chat e cose di questo tipo), ma penso che tra una settimana l'utility sara' funzionante. AdSense e' un servizio pubblicitario mirato, che spero possa essere piu' utile che dannoso (per la ricerca di argomenti correlati ai temi del blog), ma se non dovesse piacervi vedro' di toglierlo quanto prima. Un'ultima nota riguarda il barbaro modo in cui spesso vedrete scritte la parole accentate: il fatto e' che con queste tastiere anglosassoni non pui richiamare agevolmente le vocali accentate, quindi usero' (<--- come potete vedere!) sempre l'apostrofo. Enjoy your time. Luca

6 luglio 2006

Cosi' incontrai Professor Hawking...

...Fu mentre ero diretto alla pantry, tra le stairs e la lift, con in mano un vassoio pieno di cutlery, che incontrai Stephen Hawking. Anzi, quasi mi scontrai. Lui usciva dall'ascensore, io salivo dalle scale; nello stretto pianerottolo la sua sedia a rotelle era un po' ingombrante, quindi quasi gli finivo addosso col vassoio pieno di posate. Ero cosi' contento ed imbarazzato che dopo un rapido good evening sono corso via. Insomma, un incontro-scontro casuale, con una delle menti piu' brillanti del nostro tempo. Avevo quattordici anni quando al primo anno di Liceo Scientifico scrissi un articolo sui Black Holes per un concorso a Dublino. E in quell'articolo citavo molte volte il Professor Hawking, i sui studi, le sue teorie. Per anni, da allora, la passione per il cosmo, la fisica teorica ed in particolare i Buchi Neri, mi hanno portato a leggere articoli di Hawking, Penrose e altri eminenti scienziati; ma mai pensavo che avrei potuto incontrare uno di loro. Come waiter nel Gonville & Caius College di Cambridge, tra le stairs e la lift, mentre ero diretto alla pantry, busy ma happy, incontrai il Professor Hawking. E nessun linguaggio puo' spiegare quello che provai.

27 giugno 2006

Da Cambridge

Dopo una settimana di fuoco, ho finalmente trovato una casa abbastanza centrale, e domani inizio anche a lavorare. Non mi sono ancora abituato alle macchine che tengono la sinistra, e questo è un classico segnale di malessere da Inghilterra. E poi, proprio perché la bellezza degli italiani è una convivialità e spontaneità senza eguali, gli inglesi te la fanno sentire ancora di più la mancanza di casa. Spero passerà, e per il momento mi consolo apprezzando l'enorme possibilità che offre questa città sul piano culturale. L'altro giorno con Francesco (nella foto), siamo andati a visitare il Fitzwilliam Museum , assolutamente fantastico! Circa il giro del mondo, pur essendo la molla di questa esperienza, non ha fatto passi avanti, perché non è che abbia poi molto tempo per pensarci. Il WWT mi sembra sempre più il punto verso il quale tendere, ma può darsi che lo raggiungerò all'infinito. E' un "punto improprio", ma che spero, prima o poi, di riuscire a cogliere...

20 giugno 2006

In fin si parte...

Già, si parte. Aereo da Roma alle 21.05, arrivo a Londra ore 22.45 locali. Poi bus per Cambridge.
Che altro dire, ... ciao. In casi come questi mi viene sempre in mente il verso di una poesia di Baudelaire che riportai anni fa sul sito della mia HomePage:
"…Ma i veri viaggiatori partono per partire; cuori leggeri, simili a palloni, mai cercano di sfuggire al loro destino, e, senza sapere perché, dicono sempre:
Andiamo! "
Da "Il Viaggio", di Charles Baudelaire

8 giugno 2006

L'attesa

La cosa più difficile è attendere. Forse qualcuno ci può creare su un'intera vita, aspettando che qualcosa cambi; ma io evidentemente non sono il tipo. Il WWT per ora è in una fase di stallo a causa degli sponsor. L'attesa delle loro decisioni mi toglie la fiducia nella possibilità reale di affrontare l'impresa. Quindi ho pensato di prendermi un periodo di pausa, studiando e lavorando in Inghilterra. Credo andrò a Cambridge, ospitato in una prima fase da un mio carissimo amico. Vi aggiornerò poi degli sviluppi.
Anche l'intero giro del mondo,
incomincia dal primo passo.

6 giugno 2006

Trip

Prima di partire per un lungo viaggio, ricordati di pensare che potresti non tornare più.

2 giugno 2006

Pensieri sparsi, tristi ed arsi

Tra il malinconico ed il depressivo scrivo due righe su come vanno le cose. Ci sono momenti in cui si vede tutto nero... e per un comunista è un dramma doppio! Non sono ancora partito, non mi sono ancora perso nel deserto libico, e già vedo miraggi. E' un miraggio il viaggio stesso; ogni giorno che passa si fa più lontano, sfuma all'orizzonte l'idea e la determinazione, si perde in pensieri ricorrenti, diventa illusione mentre ci lavoro per prepararlo, mentre ne parlo, mentre cerco di convincermi che si può fare. Provo ad andare avanti, una passo dietro l'altro. "Ci sono momenti in cui bisogna saper partire..." Questo vale ora per me. E vale per tutti, perché tutti dovremmo capire quando è il momento di fare scelte significative. Certo mi dispiace lasciare il mondo (o "i mondi") che ho costruito con convinzione in questi anni, ma per me sarebbe molto più doloroso rinunciare ad un sogno, al Sogno. Guccini in una sua canzone diceva proprio che l'Isola non trovata è la più bella, è quella per cui vale la pena solcare mille mari, quella per cui si rischiano naufragi o di arenarsi in acque troppo basse. Spero che un giorno tutto, anche "questo inutile parlare", ci apparirà sensato. Ricorderemo con gioia il grigiore di certe giornate, poiché è stato il presupposto allo splendore di molte altre.

27 maggio 2006

BMW Motorrad è interessata al WWT

Per chi fosse interessato agli ultimi sviluppi della vicenda "Percorso per il WWT", ovvero "Quanto è duro e difficile il cammino che porta al Giro del Mondo", vi informo che lo sponsor principale, quello che è stato pensato come principale promotore dell'impresa, pare sia interessato alla proposta. La BMW Motorrad Direct ha inviato il progetto al Department For Assessment, e mi faranno sapere a breve il responso. Vi terrò aggiornati sugli ulteriori sviluppi.

26 maggio 2006

Addio Pisa

Pseudo-poesia scritta quando ho lasciato la casa in via G. Caruso a Pisa.
Il viaggio è fatto soprattutto di partenze, ma dopo 5 anni è difficile lasciare qualsiasi posto, perché ci sono ricordi, emozioni, immagini legate ad esso che abbiamo paura di perdere per sempre, dimenticandoli.

Si lascia quasi sempre quello che si ama.
Perché si scopre di odiarlo, man mano che passa il tempo.
Ma, al momento del distacco, un dubbio si affaccia;
il sapore di ciò che è stato ci assale.
E noi,
storditi,
esitiamo sull'uscio.

20 maggio 2006

Perché questo Blog

Questo sito nasce come interfaccia tra un viaggiatore, metà fuggitivo e metà pellegrino, e quanti saranno interessati al suo viaggio. Al momento il Whole World Trip è solo un bel progetto, ma speriamo divenga presto realtà. "Se" e quando riuscirò a partire, ho intenzione di tenere aggiornato questo sito come fosse un diario di vaggio. Non perché creda realmente che la cosa possa interessare qualcuno, ma mi piace l'idea di ritrovarmi a rileggere, da qui a cinque anni, le emozioni di un viaggio... così incredibile. E poi forse può essere utile, per qualche altro viaggiatore, avere informazioni ed impressioni sui luoghi più sperduti del globo.

Contatti



Luca Martino
whole.world.trip@gmail.com


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18 maggio 2006

Logo del WWT

Il Logo dell'impresa lo ha ideato Elifas Levi, artista della Concept Art Society. Il Whole World Trip più che un viaggio è una sfida; i chilometri da percorrere su strade sterrate, lande deserte dove il più piccolo guasto alla moto può rappresentare un problema insormontabile, la solitudine, la paura di ritrovarsi soli con se stessi e lo spazio enorme da percorrere,... insomma, è l'incontro-scontro fra il desiderio di conoscenza e la paura dell'ignoto. Il logo del WWT solo apparentemente rinuncia ad un rimando concettuale più profondo ai significati del viaggio... Forse fa solo sentire inadeguato quel piccolo omino, curvo sulla moto, nei confronti di un sia pur ridotto globo. In fondo la WalkingMODEart di Elifas è proprio questo: suscitare pensieri, con semplici linee.

17 maggio 2006

Cos'e' il Whole World Trip

The Whole World Trip: 195 capitals of 195 Countries
L'IDEA: Il progetto del giro completo del mondo, toccando tutti gli stati riconosciuti a livello internazionale (195), passano per le loro capitali, è un’impresa mai realizzata prima. Tanto più se fatta in motocicletta, in solitario. La pianificazione chilometrica, prevede circa 210.000 km da coprire, di cui almeno 138.000 in moto. Da una prima stima si prevede che l’impresa duri 2-3 anni. Questo perché 9 mesi sarebbero “in viaggio”, con tappa media di 500 km al giorno (considerando che di tratti decentemente asfaltati ce ne saranno pochi). I 72.000 km per visitare gli stati sugli atolli o per le tappe di trasferimento tra i continenti sono una variabile difficilmente ponderabile. Considerando la prospettiva peggiore, ovvero una nave con media di 35 km all'ora, questi chilometri dovrebbero far impiegare altri 3 mesi in spostamenti. Considerando poi 3 giorni in ogni capitale, per 195 stati, risulta più di un anno e mezzo solo di "riposo" tra le tappe. Naturalmente il calcolo chilometrico è approssimativo, a causa soprattutto delle difficoltà di pianificazione degli spostamenti in Africa e Asia. Presupponendo un errore del +/- 5% sulle tappe europee e dell’America e un errore di +/- 15% su quelle in Africa, Asia e Oceania, otteniamo un errore di +/- 23.000 km. Che risulta accettabile in considerazione del fatto che andrebbe ad incidere al massimo per 1-2 mesi in più sulla tabella temporale.
... E poi ne varrebbe la pena, si trattasse anche di una vita intera...